La politica del ‘eh ma quelli prima’ ha fatto i danni peggiori, ma soprattutto ci ha portato a questo punto. Il Presidente della Repubblica ha tutto il diritto di fare quel che ha fatto, guardando la situazione presente senza fare paragoni con il passato.
Ne ha il diritto come hanno già fatto decine di volte i presidenti passati, ossia porre il veto su uno dei nomi: che è quello che ha fatto. Ha chiesto di cambiare un nome perché oggettivamente irricevibile all’interno di un contesto europeo – l’uscita dall’euro non era nel ‘contratto’. Su 16 ministri ha posto il veto su uno e Lega/Pentastellati si sono impuntati come bambini, facendo saltare tutto: di chi è la colpa? Se per 3 mesi non si sono riusciti ad accordare, di chi è la responsabilità? Veramente vogliamo dire che è di Mattarella?
La nomina dei ministri è prerogativa del Presidente della Repubblica, il presidente del consiglio li indica solamente (Art. 92 Cost.) Avrebbe dovuto firmare la nomina di un ministro che reputa inadatto a ricoprire il ruolo previsto? Ciampi fece lo stesso con Previti – tra i tanti esempi pescati da tutte le volte che è stato rifiutato un ministro – e venne sostituito. Il problema non è che Savona possa pensare ad un’uscita dall’euro, ma che nel suo ultimo libro ha descritto un piano preciso per un’uscita dall’euro fatta in segreto: questa si chiama eversione. Il fatto che i lega/pentastellati si siano impuntati solo su quel nome senza avere neanche preso in considerazione alcuna alternativa – decidendo loro di far saltare il governo – è ancora più folle ed in più di qualche forma, sospetto.
Nel contratto di governo non era – più – prevista una messa in discussione della moneta unica, quindi è una follia pensare che si potesse accettare una proposta – ovviamente strumentale – come quella di Savona ministro.
La Lega ha teso la trappola e Mattarella ci è cascato consapevolmente, rendendo pubblica una consultazione privata, dando adito alla narrazione di “Re Sergio” che fa il dittatore sovrastando la “sovranità del popolo”, ma soprattutto facendo passare il messaggio che questa sia un’indicazione politica e non tecnica. Si poteva risparmiare la retorica dei risparmiatori, quella sì.
Sono i mercati a decidere le politiche nazionali? Sì. Ed è così da anni, non nascondiamoci sotto la sabbia.
Soprattutto se il tema è legato ad un ministero dell’economia, che è un’economia inserita all’interno di un contesto europeo. Sono tanti, troppi, gli elementi sovranazionali che influenzano la governabilità di un paese. Prima facciamo pace con questa realtà, senza clamori propagandistici, prima riusciremo a ritrovare un minimo di coesione sociale.
Nessuno dice che Giorgietti avesse le carte in regola (la maggior parte dei ministri che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni non ne aveva) ma rappresentava una scelta politica legittima, votata dagli italiani ed esponente di spicco di uno dei partiti di maggioranza. Invece si è scelto di impuntarsi su un signore di 82 anni – la retorica dello svecchiamento dov’è finità? – che pur essendo stato ministro in passato, negli ultimi anni ha virato la sua posizione in ottica anti-euro e definendo la Merkel come una nazista. La base della consultazione era: ok per tutti e 15 i ministri, ma questo no. Se trovate un’alternativa andiamo avanti. E invece hanno fatto saltare tutto il banco. Le motivazioni sfavorevoli a Giorgetti non sono convincenti.
I cittadini sono frustrati da anni di governi tecnici? Non si capisce perché la frustrazione debba ricadere su un Presidente della Repubblica che sta semplicemente cercando di far rispettare la costituzione e non su 2 signori che si sono presentati entrambi come “premier”, ma che in quasi 3 mesi non sono riusciti a fare uno straccio di governo o trovare un accordo. Mattarella ha ascoltato e atteso, è intervenuto soltanto ora quando era evidente la trappola di Salvini (ma ce lo ricordiamo Scalfaro quando tuonava “io non ci sto” ?)
Mattarella aveva semplicemente proposto di sostituire Savona con Giorgetti, esponente legittimamente eletto dal “popolo del cambiamento” e tra le fila della Lega. Hanno invece preferito far saltare tutto in maniera irresponsabile, lasciando come unica alternativa un ulteriore governo tecnico contro il quale poter nuovamente riversare la propaganda populista. Hanno avuto la loro occasione di dimostrare che potevano fare il “governo del cambiamento” e non sono riusciti a portarlo a compimento. Comprensibile che sia più facile inveire contro a una persona piuttosto che guardarsi dentro casa, ma le cose sono molto più complicate di come le si sta dipingendo, in particolare con la retorica da ‘nemico accentratore’ contro ‘Re Sergio’.
Mattarella si è trovato da solo ora a combattere due poteri volgari: il mercato da una parte e i populismi di Lega e M5S dall’altra, cercando di dare governabilità al nostro paese e tenere a freno gli sbalzi del mercato finanziario causati dall’instabilità.
Salvini ha forzato la mano sfruttando l’inesperienza del Movimento 5 Stelle. M5S però anziché distinguersi ha deciso di appiattirsi sulla prova di forza leghista, quando solo mercoledì scorso Di Maio diceva legittimamente che “Sui ministri non c’è nessuna discussione in atto perché i ministri li sceglie il presidente della Repubblica. Non fate retroscena sui ministri perché non c’è niente”. Ha lasciato da parte il rispetto dello Stato per andare dietro alla Lega, che probabilmente non aveva in realtà alcun interesse a governare insieme a Casaleggio ed ha preferito sfilarsi e sacrificare tutto in favore di nuove elezioni che sicuramente lo premieranno.
Il risultato è che un governo dovrà essere fatto, anche solo per traghettarci alle nuove elezioni, quindi ci becchiamo l’ennesimo governo tecnico a firma Cottarelli, nonostante ci fosse una maggioranza parlamentare in grado di avere i voti per governare.
Si sono catalizzate le attenzioni, positive e negative, su Mattarella – che se le becca in maniera consapevole – quando i responsabili sono altri. Cari ragazzi del Movimento 5 Stelle: ci siete cascati con tutte le scarpe, fidandovi di Salvini che vi ha sfruttato per poter tornare ad elezioni rubando elettorato in primis a voi e successivamente alla coalizione di destra che sarà costretta a raccogliersi attorno la sua figura.
E al PD ora forse i popcorn staranno andando di traverso. O almeno si spera.
(Nota: si tratta di una riflessione fatta in vari ambiti social attraverso commenti sparsi, rimessa più o meno in ordine per riassumerla e non perderla)