Il boom delle VPN, i motivi per sceglierne una

di SKA su Marketing il 19 Gennaio 2021, 13:37

Al giorno d’oggi, la sicurezza online è diventata un tema centrale, da tenere sott’occhio continuamente. Il motivo è piuttosto semplice da intuire: siamo sempre più connessione e, passando sempre più tempo sul web, ci sono molti rischi in più da affrontare in riferimento alla sicurezza dei propri dati.

Basti pensare a chi lavora sul web e, poi, ha come hobby quello di giocare online: praticamente è perennemente online. Al giorno d’oggi, il tema della sicurezza è sentito a ogni livello, ma senz’altro c’è da mettere in evidenza come le piattaforme che consentono di giocare sono estremamente più sicure e affidabili in confronto quanto avveniva qualche anno fa. Per chi vuole giocare online in modo sicuro e protetto, è importante trovare prima i casino sicuri migliori, ovvero quelli che operano rispettando quanto previsto dalla legge italiana.

Il significato di una rete VPN

Capita spesso e volentieri di vedere le attività che vengono svolte online particolarmente ricche di rischi e pericoli. In effetti, spesso lo è, soprattutto quando ci si approccia al web in modo superficiale, facendo quasi finta che tutti questi rischi non esistono.

In ogni caso, per fare in modo di aumentare il proprio livello di sicurezza e protezione nel corso della navigazione, ecco che vengono usati sempre più di frequente degli strumenti come le reti VPN. L’impiego di un simile mezzo di protezione per le comunicazioni online è sempre più diffuso e presenta notevoli vantaggi.

Sul web, c’è la possibilità di trovare tante tipologie differenti di servizi VPN. Spesso e volentieri, viene usato dalle aziende per garantire una maggiore protezione a tutti quegli utenti che lavorano da remoto. Eppure, una rete VPN è in grado di garantire un netto miglioramento della propria privacy in ogni fase della navigazione su Internet.

Navigare in maniera sicura anche su reti WiFi pubbliche

Ecco uno dei principali vantaggi che sono connessi alle reti VPN. Capita, ogni tanto, di doversi collegare a internet sfruttando le reti WiFi pubbliche. Ecco, in tutte queste occasioni, c’è un rischio molto grande che si tende a ignorare o nemmeno a prendere in considerazione ed è legato al fatto che, spesso, tali reti possono mettere in pericolo i dati che vengono scambiati.

Una rete VPN, invece, offre la possibilità di navigare in modo criptato, consentendo di superare tre problemi in modo preciso. Ovvero che la navigazione di solito non è criptata, blocca l’accesso di malware che provengono dal router a cui ci collega e blocca, al contempo, ogni tentativo di phishing che avviene attraverso una connessione internet falsa.

Eliminare ogni restrizione geografica

Le restrizioni che sono legate alla geolocalizzazione impediscono agli utenti, in tante occasioni, di poter guardare dei programmi e dei contenuti che sono bloccati nel Paese in cui risiedono. In alcuni casi, l’utilizzo di uno strumento proxy legato al browser, può certamente trarre in inganno il servizio, ma nove volte su dieci, la connessione rimane estremamente lenta, con lo streaming dei dati che ci mette un’eternità.

Invece, tramite una rete VPN, che permette di sfruttare un server locale, tutto questo cambia. Gran parte delle reti VPN, infatti, hanno tanti server sparsi in tutto il mondo e questo comporta semplicemente la possibilità di connettersi in maniera completamente sicure e provvedere a instradare i dati, facendo credere alla piattaforma visitata che si accede da un server locale.

Stesso discorso quando ci si trova in vacanza all’estero e si ha la necessità o il desiderio di guardare alcuni programmi in streaming che di solito sono accessibili dall’Italia. Ebbene, il blocco relativo alla geolocalizzazione funziona anche al contrario, ma anche in questo caso le reti VPN possono tornare decisamente utili, diventando uno strumento fondamentale per aggirare tutti questi blocchi geografici.

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Strategie di marketing 2021: cosa prevede il nuovo anno?

di SKA su Marketing il 30 Dicembre 2020, 13:39

Il 2021 si prospetta un anno ricco di sorprese per quanto riguarda il mondo del marketing. Secondo gli esperti quello in arrivo sarà un anno dove sarà fondamentale sfruttare al meglio canali e messaggi per ottenere una maggiore efficacia delle proprie strategie, anche attraverso strumenti innovativi come quelli offerti da BigTranslation che ci permettono di usufruire di traduzioni professionali nelle diverse lingue.

Internazionalizzare i contenuti

Un fattore che diventa sempre più importante se si pensa alle potenzialità della rete ed alla possibilità di avere a che fare con clienti e partner da ogni parte del mondo. Per questo motivo è innanzitutto fondamentale internazionalizzare i contenuti attraverso una piattaforma di traduttori madrelingua che offra anche tariffe competitive, oltre che servizi automatizzati e quindi veloci ed efficienti.

Il processo di internalizzazione è lungo e complesso e prevede diverse fasi. Anche dal punto di vista produttivo, ad esempio, è importante espandere la propria visuale ed analizzare il mercato nel suo complesso. In questo modo ci si può accorgere che le opportunità di crescita all’estero sono enormi, ma anche i rischi. Ecco perché prima della pratica, ogni imprenditore deve mettere a punto una strategia dettagliata. Solo tramite un’attenta fase preparatoria è possibile sfruttare i vantaggi dell’internazionalizzazione.

Tecnicamente internazionalizzare un’azienda vuol dire avviare attività di qualsiasi tipo con consumatori, aziende e istituzioni operanti all’estero. Il concetto racchiude quindi diversi significati, tanti quanti sono i business che un’impresa può intraprendere.

Lavora sulla SEO

Per un’azienda che voglia puntare ad ottenere risultati importanti non si può non considerare l’aspetto della SEO. Il SEO rappresenta l’insieme di strategie e pratiche attuate per accrescere la visibilità di un sito internet, scalando la classifica dei risultati sui motori di ricerca.

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ossia “ottimizzazione per i motori di ricerca“, e riguarda tutte quelle pratiche che coinvolgono i diversi aspetti di un sito web: dalla struttura, al codice HTML, dai contenuti testuali alla gestione dei link in entrata (cioè di quelli che rimandano al tuo sito da altri e chiamati backlink) e in uscita (che dal tuo sito indirizzano verso altri) che servono a Google per comprendere se comunichiamo con siti che si occupano del medesimo nostro settore.

Per lavorare con la SEO un aspetto fondamentale è quello della parola chiave. Quelle da scegliere per posizionare il proprio sito devono essere accuratamente ricercate e selezionate. Vi sono una serie di criteri da tenere in considerazione, tra cui: la tipologia di servizio offerto, il volume di ricerca, il target dei clienti potenziali e l’efficacia della coda lunga.

Scommetti sui formati video

Negli ultimi anni i social network e la rete internet in generale ci hanno insegnato che per avere successo occorre puntare sui formati video. I video, soprattutto quelli brevi ed in grado di esprimere in poche decine di secondi tutto quello di cui abbiamo bisogno, si dimostrano sempre più utili per attirare nuovi clienti e per fidelizzarli. Inoltre un buon video può essere estremamente utile per comunicare al meglio quella che è l’anima dell’azienda, oltre che riuscire a spiegare al meglio gli obiettivi presenti e futuri.

Investire in una strategia di crescita dei lead

Per un’azienda è inoltre importantissimo investire in una strategia di crescita dei lead. Si tratta di un lavoro molto importante che può portare l’azienda ad interagire con più clienti ed a fidelizzarli. Lead, nel linguaggio legato al mondo del marketing, è una persona che ha mostrato interesse nei confronti di un tuo prodotto o servizio. In altre parole, il lead (contatto in italiano) è colui che ha interagito con il tuo brand, sulla base di un input che tu stesso gli hai fornito.

Per far fruttare il lead parliamo di lead generation, ossia del processo di marketing volto a stimolare e catturare l’interesse per un prodotto o servizio con l’obiettivo di aumentare le conversioni. Questo processo è profondamente cambiato negli ultimi anni visto che sempre più spesso si pone l’attenzione verso l’Inbound Marketing, ossia l’approccio che punta ad attrarre, coinvolgere e fidelizzare l’utente, guidandolo nel suo processo d’acquisto e trasformandolo da visitatore a cliente.

La lead generation è una parte del processo dell’Inbound Marketing, che si concentra proprio nella raccolta del contatto da “scaldare” e convertire per la vendita.

Per mettere a punto tale obiettivo è importante investire in contenuti di valore, per risvegliare l’interesse delle persone e guidarle nel loro processo decisionale. Ed inoltre l’azienda dovrà dimostrare di comprendere a fondo le necessità dei propri potenziali clienti, offrendo dei contenuti di valore e dedicando loro del tempo per affiancarli nella risoluzione dei problemi. Questo innesca un rapporto di fiducia che farà la differenza nel momento della conversione.

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Criptovalute nel gioco d’azzardo

di Camerata Stizza su Notizie Commentate il 28 Dicembre 2020, 19:34

Da sempre, le persone scommettevano per denaro o per i loro prodotti equivalenti: gioielli, vestiti, cibo e altre proprietà, comprese case e navi. È abbastanza naturale che nella nostra era digitale il denaro digitale venga utilizzato nel gioco d’azzardo, cioè le criptovalute. Il primo e più comune di questi è Bitcoin.

Le caratteristiche di Bitcoin sono state descritte molte volte, ma ricordiamo perché è più adatto per il gioco d’azzardo su Internet:

Anonimato del proprietario. Bitcoin e altre criptovalute non garantiscono il completo anonimato di tutti i partecipanti al sistema di pagamento, ma riducono notevolmente la possibilità della loro identificazione. In realtà, non tutto è così perfetto , come è stato dimostrato dall’FBI quando hanno catturato il proprietario di Bitcoin del mercato non legale SilkRoad. Ma questi sono gli errori di una persona specifica e le criptovalute ora hanno il più alto livello di anonimato. Soprattutto considerando i nuovi sviluppi come Darkcoin e Cryptonote.

Struttura decentralizzata. Bitcoin non ha un unico centro per i trasferimenti o l’emissione di banconote, quindi non può essere controllato o vietato. Ciò consente ai cittadini di paesi in cui è vietato giocare a giochi d’azzardo online, come gli Stati Uniti o gli stati arabi.

Elaborazione immediata del pagamento. Le Vincite in Bitcoin puoi ottenere  immediatamente senza ulteriori controlli, commissioni e altri inconvenienti.

Attualmente, Bitcoin e altre criptovalute hanno occupato un ampio segmento del mercato del gioco d’azzardo su Internet e non lo abbandoneranno piu. Il denaro digitale viene utilizzato ovunque ci sia un elemento di gioco d’azzardo ed eccitazione.

Bitcoin Casinò

I primi casinò online che lavorano con Bitcoin sono apparsi all’inizio del 2013 e da allora Google ha fornito sempre più link su richiesta. Il più famoso di questi è il casinò automatico SatoshiDice, che è associato a molte storie, sia grandi vincite che sconfitte. Questa risorsa di gioco genera un traffico transazionale significativo sulla rete Bitcoin. Dovresti immediatamente dividere i casinò che lavorano con le criptovalute in due gruppi:

– Casinò online “regolari” che accettano le criptovalute come uno dei mezzi per depositare fondi e prelevare profitti.

– I casinò, che sono stati originariamente creati per le criptovalute e sono l’unico mezzo di pagamento.

Ci sono casinò Bitcoin disponibili su dispositivi mobili, ad esempio Cloudbet, quindi puoi spendere i tuoi soldi dal tuo smartphone o tablet.

È realistico vincere nei casinò Bitcoin?

La domanda è popolare e piuttosto scontata. Ovviamente è possibile, e la probabilità di vincere in Bitcoin è la stessa del denaro “reale”. La risposta è ovvia, ci sono esempi di grandi vincite.

Al casinò Just-Dice.com, un giocatore con lo pseudonimo di “Nakowa” è stato in grado di vincere il jackpot per un importo di 11.000 BTC, che a quel tempo ammontava a quasi $ 1,3 milioni. Non è stato facile, e prima di bere lo champagne, lo stesso giocatore ha perso $ 100.000. Tutto è come sempre: per guadagnare molto, devi spendere molto.

Prospettive per il gioco d’azzardo sulle criptovalute

Come ogni nuova attività, il gioco d’azzardo in criptovaluta si sta attualmente sviluppando in modo dinamico ed è ancora lontano da una significativa ridistribuzione del mercato. Ma la rapida crescita sarà inevitabilmente seguita dall’emergere di grandi giocatori e dalla formazione di regole aziendali, principalmente l’interazione con gli organismi di regolamentazione del governo.

Internet fornisce una gamma completa di servizi per il giocatore d’azzardo di Bitcoin e altre criptovalute. Gioca con piacere, ma non dimenticare che molti personaggi famosi ci sono rovinati in casinò. 

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Il bello del silenzio – Daniel A. Gross – Internazionale

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 23 Novembre 2020, 12:22

In una gelida notte di marzo del 2010 cento esperti di marketing finlandesi si sono riuniti nel ristorante Sea Horse di Helsinki con l’obiettivo di trasformare un paes­e di medie dimensioni e piuttosto isolato in un’attrazione turistica mondiale. Il problema era che la Finlandia era considerata un posto tranquillo e da due anni la commissione incaricata di rilanciare l’immagine del paese stava cercando qualcosa che facesse colpo. Sorseggiando i loro drink gli esperti hanno passato in rassegna i punti di forza: insegnanti eccellenti, una grande abbondanza di funghi e frutti di bosco, una capitale piccola ma culturalmente vivace. Niente di particolarmente irresistibile. Qualcuno ha suggerito scherzosamente che la nudità poteva essere una qualità nazionale, un modo per sottolineare l’onestà dei finlandesi. Un altro ancora ha fatto notare che la tranquillità non era poi così negativa. E il commento ha fatto riflettere.

Qualche mese dopo la commissione ha pubblicato un rapporto sul marchio paese che elencava tutte le caratteristiche nazionali che si potevano sfruttare per fini commerciali, come l’ottimo sistema scolastico e la scuola di design funzionale. Uno dei punti principali era completamente nuovo: il silenzio. Gli esperti facevano notare che spesso la società moderna è insopportabilmente rumorosa e indaffarata. Il rapporto diceva che “il silenzio è una risorsa”, e che poteva essere commercializzato come l’acqua pura e i funghi. “In futuro la gente sarà disposta a pagare per vivere l’esperienza del silenzio”.

Le intuizioni di Nightingale
In effetti questo già succede. In un mondo chiassoso il silenzio vende bene. Le cuffie per isolarsi dal rumore costano centinaia di euro, una settimana di silenziosa meditazione perfino alcune migliaia. Nel 2011 l’ente nazionale del turismo finlandese ha pubblicato una serie di foto di figure solitarie immerse nella natura, con la didascalia “Silenzio, per favore”. Il consulente d’immagine britannico Simon Anholt ha proposto lo slogan ironico: “Niente chiacchiere, solo azioni”. Anche un’azienda finlandese di orologi, la Rönkkö, ha adottato un nuovo motto: “Fatti a mano nel silenzio finlandese”.

Sorgente: Il bello del silenzio – Daniel A. Gross – Internazionale

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Il blackjack torna in auge grazie all’online, scopriamo perché

di Camerata Stizza su Notizie Commentate il 29 Settembre 2020, 10:48

Il blackjack online ha permesso a questo famoso gioco d’azzardo di trovare nuovi appassionati. E con la versione live blackjack il successo di questo gioco di carte è assicurato per molti anni. In questo articoli vi spieghiamo i motivi del nuovo boom del blackjack.

Storia, regole e successo del blackjack

Il blackjack nasce nel 17esimo secolo in Francia, patria dei giochi d’azzardo. Presto il blackajack divenne famoso in tutto il mondo tanto da essere tema di libri e film che hanno fatto storia. Nel blackjack a differenza di altri giochi come il poker, i giocatori non sono l’uno contro l’altro ma giocano tutti contro il banco. Le regole del blackjack prevedono l’utilizzo di due mazzi di carte e ognuna di esse ha un valore come ad esempio l’asso che può valere 11 o 1, le figure che valgono 10 e le altre carte che hanno il loro valore nominale. Vincono i giocatori che più si avvicina a 21 (senza superarlo) e facendo meglio del banco, mentre si dice blackjack appunto quando si totalizza 21 con sole 2 carte, un asso e una figura.

Il blackjack è uno dei giochi più amati da chi frequenta i casino e di conseguenza è diventato uno dei prodotti più apprezzati sul web. La versione del blackjack online nei vari siti di gaming ha le stesse regole di quello classico. Ma il blackjack online ha il vantaggio di essere giocato ovunque, da casa o in altri posti solo col semplice possesso di un device collegato a internet. Per giocare a blackjack online bisogna aprire un account di un casino online in modo di avere un proprio profilo personale in cui (così come i casino classici) è vietato il gioco ai minori di 18 anni.

Dal blackjack online a quello live, che successone.

Il futuro del blackjack è in buone mani vista la grande novità arrivata sui principali di gaming negli ultimi anni. Stiamo parlando del blackjack online in versione live che permette all’utente di giocare da qualsiasi dispositivo, come se fosse in un vero casino. Ma come funziona di preciso il live blackjack? Il sito di gaming mette a disposizione canali di streaming di in cui veri dealer fanno da banco ai giocatori di blackjack che possono sedersi virtualmente sedersi al tavolo di gioco e divertirsi come se fossero in una vera casa da gioco. Il live blackjack ha preso piede dopo il successo di altri giochi in streaming come roulette e poker.

Nel blackjack online si può decidere a quale tavolo sedersi in base al valore della puntata e ci si può alzare in qualsiasi momento. Per essere un buon giocatore di blackjack online bisogna avere buone dote di memoria e aritmetiche oltre ovviamente a non farsi prendere emotivamente da eventuali mani sfortunate. Del resto i siti legali che offrono blackjack online sono i primi a sponsorizzare il gioco responsabile e una cultura del gioco quanto più possibile lontana dall’azzardo e vicina al lato ludico. La lotta alla ludopatia infine è un requisiti base per i casino che propongono blackjack online essendo controllare dall’agenzia dogane monopoli.

Il successo del blackjack online durante la quarantena a causa pandemia da coronavirus ha trainato il settore. Ma ora che il lockdown si è ormai concluso da mesi i numeri del live blackjack e di quello classico sul web non sono crollati anzi, sono rimasti su ottimi livelli. Vedremo in futuro quale sarà il trend dei fatturati di blackjack online e se continuerà a essere così tanto giocato.

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La psicologia della disinformazione: perché è difficile correggere le false convinzioni – Valigia Blu

di SKA su ControInformazione, Cose dette da altri, Notizie Commentate il 24 Luglio 2020, 14:21

L’effetto dell’influenza continua (continued influence effect) si manifesta quando la disinformazione continua a influenzare le persone anche dopo essere stata corretta. È il fallimento del fact-checking.

Questo è il concetto psicologico più importante quando si tratta di correzioni. C’è consenso sul fatto che una volta che sei stato esposto alla disinformazione è molto difficile liberarsene.

Il fact-checking spesso fallisce perché la disinformazione, anche quando spiegata nel contesto di un debunk, può in seguito essere ricordata come un fatto. Se ripensiamo alla teoria del doppio processo, un pensiero più facile da processare è anche più facile da ricordare, nonostante siamo già a conoscenza della sua correzione. Ad esempio, se leggiamo un fact-check su un politico che sembrava ubriaco (ma non era vero) in un video manipolato, potremmo a distanza di tempo ricordare semplicemente l’idea che quel politico fosse ubriaco, dimenticando il fact-checking.

Anche le correzioni efficaci (come quelle che si soffermano sui fatti piuttosto che ripetere la disinformazione) possono svanire dopo solo una settimana. Nelle parole di Ullrich Ecker, uno scienziato cognitivo dalla University of Western Australia, “l’effetto dell’influenza continua sembra resistere alla maggior parte dei tentativi di eliminarlo”. Quando si tratta di disinformazione, è sempre preferibile prevenire piuttosto che curare.

Sorgente: La psicologia della disinformazione: perché è difficile correggere le false convinzioni – Valigia Blu

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L’intrattenimento online: sempre più ludico

di SKA su Notizie Commentate il 6 Maggio 2020, 16:06

In particolare in quest’inizio 2020 l’intrattenimento online è sempre più legato al “gioco”. Sul podio ci sono anche serie TV e film e ricette di cucina oltre allo shopping, che sembra un’altra pratica a cui gli italiani sono affezionati.

iGaming e giochi di carte su tutti: il gioco è il re indiscusso del digitale

Non che ci sorprenda, la storia dell’uomo è scandita dal concetto di gioco e questo ambito si è ancor più ampliato con la proliferazione del digitale e di internet. Il re indiscusso dell’intrattenimento su internet non è Netflix, o Amazon, che pure ricoprono delle posizioni importanti, bensì proprio lui, il gioco! Da quando quasi tutti gli operatori di scommesse e di giochi d’azzardo hanno dovuto far fronte alla smisurata richiesta di gioco digitale, possiamo trovare in rete davvero di tutto, dai più classici “rubamazzetto”, “asso piglia tutto” o scopa e briscola, al più sofisticato bridge per ciò che concerne i giochi di carte, ma troviamo anche veri e propri giochi da casinò che ci fanno compagnia in queste lunghe giornate primaverili. Un dato che conferma a pieno la tendenza è la crescita globale avuta nel Dicembre 2019 sulla spesa media per utente su giochi di gambling e di casinò online, ben il 120% in più, fra i giochi più amati ci sono le slot machine, fra cui book of dead slot e tanti giochi di carte, come poker e baccarat. Non soltanto scommesse e giochi per soldi, ma anche tanti e tanti videogiochi, fra cui spiccano sparatutto, giochi di strategia e di sport, ma la corona del gioco più giocato dall’inizio 2020 ad ora va sicuramente a League of Legends, ancora una volta, mentre il re in assoluto dei giochi indipendenti più giocato al mondo va a Minecraft, attualmente di proprietà della Microsoft.

 

Serie TV, film, ma anche tanta formazione

Come dicevamo all’inizio dell’articolo, non soltanto serie TV e film, con gli abbonamenti a Netflix che hanno toccato il picco e il suo titolo in borsa ha addirittura triplicato il suo valore, ma anche tanto shopping e tanta cultura. Amazon, l’azienda di Jeff Bezos, ha visto aumentare del 23% i propri ricavi, anche con la geniale intuizione di aggiungere intrattenimento multimediale con Prime Video e Music alla sua già enorme offerta di shopping. Ma uno dei dati più interessanti è quello legato alla formazione online, ad esempio, il sito Cornerstone OnDemand, ci rivela che dall’inizio del 2020 ad oggi, gli impiegati hanno trascorso ben 27,5 milioni di ore sul sito per lo sviluppo personale, in numeri esattamente sei volte in più rispetto al tempo che dedicavano in precedenza alla propria formazione. Le nazioni in cui questa tendenza sembrerebbe ancora più forte sono Paesi Bassi, Spagna e Germania, che hanno visto triplicare gli accessi ai siti di e-learning nei propri paesi. Valutando anche i dati per ciò che concerne le parole chiave delle ricerche su Google, questi ci danno piena convalida del fatto che la domanda per nuovi tipi di formazione online è in netta crescita, sono infatti molto frequenti le ricerche come “apprendimento a casa”, “studiare a casa” e Google Classroom, il programma studio offerto da Google.

Il mondo di internet ci regala davvero un ventaglio di possibilità impensabili ed è sempre più una risorsa di sapere e di intrattenimento apprezzata anche dai meno giovani. In questo periodo particolare, inoltre, sta diventando uno strumento di unione grazie alla possibilità di video chiamate tramite Skype o altri strumenti di comunicazione live.

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I due mesi che sconvolsero la Lombardia – Il Post

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 5 Maggio 2020, 15:12

Il primo caso di contagio da coronavirus in Italia venne identificato all’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi, lo scorso 20 febbraio. Nel giro di due settimane l’intero paese venne sottoposto a misure di quarantena tra le più dure adottate fuori dalla Cina. Oggi, dopo due mesi di fatiche, sacrifici e morti e con la fase più acuta dell’emergenza alle spalle, sempre più persone iniziano a chiedere risposte su quanto è accaduto. Decine di migliaia di figli e nipoti che non hanno potuto salutare i loro parenti, morti nei reparti di terapia intensiva, nella propria abitazione o in una casa di cura, si domandano se sia stato fatto tutto il possibile per salvarli. Da nessuna parte queste domande sono così pressanti come in Lombardia, la regione più ricca del paese, la più popolosa e quella che è stata colpita per prima e più duramente dall’epidemia.

Ognuna delle storie di questa grande tragedia nazionale merita di essere raccontata, ma la Lombardia più delle altre. In Lombardia oltre 14 mila persone sono morte a causa del coronavirus, un numero soltanto parziale e certamente inferiore al dato reale. Sopraffatte dalla violenza del contagio, le autorità sanitarie non sono riuscite nemmeno a tenere un conto esatto del numero dei decessi causati dal virus, né a gestire i corpi. Le immagini dei convogli militari che trasportavano le salme fuori della regione per essere cremate sono diventate un simbolo eloquente di come la pandemia in Lombardia abbia travolto tutto.

Il Post ha parlato con decine di medici, infermieri, politici, virologi, esperti e persone comuni per fornire una prima ricostruzione di quanto sia accaduto in Lombardia, dalla preparazione per far fronte alla pandemia fino al culmine della crisi. È un quadro necessariamente parziale e incompleto, ma è un primo necessario passaggio per ricostruire un evento le cui conseguenze ci porteremo dietro a lungo.

 

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Internet e Coronavirus

di SKA su La dimanche des crabes, Notizie Commentate il 25 Marzo 2020, 11:59

Non è agosto. Anche se può sembrarlo per alcuni aspetti peculiari: fatture non pagate, pagamenti e lavori rinviati, scuole chiuse ed uffici pubblici a mezzo servizio. Strade vuote, città vuote. Tutto avvolto in una strana coltre di attesa e sospensione per riprendere la nostra martellante routine di sempre.

Ma non è così. La situazione di emergenza ci ha portato a rinunciare ad alcune nostre libertà fondamentali in un tempo troppo breve per essere digerito. Ci siamo ritrovati ad essere quello che siamo: vulnerabili, nonostante fossimo convinti del contrario. Isolati come non lo eravamo mai stati ed impreparati all’evenienza. Nonostante a molti piaccia dire che la propria condizione ideale di vita sia l’eremitismo ed il distanziamento sociale. Ma le città deserte sono belle ad agosto, adesso sono solo desolanti ed infondono un senso di inquietudine.

Ci troviamo nella miglior condizione sanitaria e sociale di sempre – nella storia umana – per affrontare uno sconvolgimento di questo tipo, ma è pur sempre la più grande epidemia globale da almeno un secolo. In questa depersonalizzazione imposta, nella negazione coatta della socialità fisica c’è qualcosa che ci tiene uniti senza che quasi ce ne rendiamo conto: internet.

La facilità con il quale ci appoggiamo alla rete per continuare a comunicare, a lavorare, a sentire vicine le nostre famiglie, significa che internet ha trascritto le sue funzioni connettive direttamente all’interno del nostro codice genetico. Lo riconosciamo come un supporto sostanziale e naturale alla nostra socialità negli ambiti affettivi, lavorativi e di intrattenimento.

Interfacce e rapporti mediati. Nella società più intrattenuta di ogni epoca umana il conforto proveniente dai servizi internet che utilizziamo nel quotidiano ci aiuta a superare il momento, quale che sia la nostra fascia demografica di appartenenza. Chi non ha un device connesso ad internet, oggi? La risposta è: pochi.

Quando scelsi la frase contenuta nella foto qui sotto stavo rileggendo “Being Digital” di Nicholas Negroponte ed alcune sue considerazioni relative ad internet, in particolare quando nel 2010 decise di sostenere il movimento che voleva dare ad Internet il Nobel per la Pace. Poi fortunatamente quel premio andò a Liu Xiaobo, attivista per i diritti umani in Cina. Dico fortunatamente perché il 2010 fu proprio un anno spartiacque tra il mondo dell’internet libero – il World Wide Web inventato da Tim Berners-Lee – iniziò a diventare un altro strumento al servizio delle grandi corporazioni.

Negroponte proprio in quel periodo definiva la rete come “arma di istruzione di massa” – nella frase sul muro abbiamo barato un po’ la sostituimmo con “strumento” per smorzarne la violenza verbale – ma lo definì anche “arma di costruzione di massa”. Istruzione e costruzione tramite la rete internet sono in gran parte le basi che stanno sorreggendo questa crisi. Senza la rete probabilmente non esisterebbe tutta la vasta diffusione ed il successo delle campagne – in alcuni casi un po’ stucchevoli e retoriche – Io Resto a Casa e Distanti Ma Uniti. E senza la rete non saremmo stati in grado di affrontare il “nemico invisibile” con una risposta così rapida ed efficace.

Istruzione perché tra i tanti mondi che si sono ritrovati a doversi reinventare un metodo c’è quello della scuola e dell’università. Migliaia di insegnanti e docenti, dalla scuola dell’obbligo, alle accademie, all’università, si sono ritrovati ad imparare in maniera forzosa il linguaggio del digitale spesso senza conoscerlo. Spessissimo con serie difficoltà dal lato degli studenti. Perché in quel caso didattica digitale non significa soltanto avviare piattaforme di e-learning e conferenze di gruppo, ma comprendere i bisogni di chi c’è dall’altra parte. Non tutte le famiglie hanno dei pc, delle buone connessioni o semplicemente gli strumenti educativi adatti a comprendere come interagire con le piattaforme. Quindi si fa quello che si è sempre fatto in Italia: ci si arrangia e ci si adatta al meglio possibile.

Come sempre: gli strumenti ci sono, ma il sistema scuola si è trovato impreparato all’evenienza perché non aveva avuto la necessità di farlo prima. Da oggi, probabilmente, cambierà molto di quello che conosciamo.

Oggi, proprio in queste settimane, la rete si sta riscoprendo di nuovo come perno centrale per l’attività umana, che ci tiene interconessi l’uno all’altro pur rimanendo a distanza ognuno nelle proprie case. In un mondo che ha capito finalmente il concetto di globalizzazione sulla propria pelle e che forse ritroverà in internet un alleato efficace per la propria crescita, anziché un mero servizio di svago a pagamento con delle pubblicità.

Internet non riceverà neanche stavolta il Premio Nobel per la Pace, ma forse si siederà al nostro fianco per spiegarci come funzionerà questo mondo nuovo che ci troveremo ad affrontare.

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Anche il gioco protagonista (indiretto) del nuovo decreto anti-Covid19

di SKA su Marketing, Notizie Commentate il 10 Marzo 2020, 17:58

Era nell’aria, ora è ufficiale la pubblicazione e l’entrata in vigore del nuovo Decreto di emergenza anti-Covid19, varato nella giornata di ieri dal Governo Conte per far fronte a quella che è una vera e propria emergenza nazionale. Il Coronavirus, proveniente dalla Cina, ha mandato in tilt l’intera penisola e l’Esecutivo è prontamente corso ai ripari.

Distanza di sicurezza, scuole e università chiuse su tutto il territorio, partite di calcio a porte chiuse e spazio anche per il gioco d’azzardo, indirettamente. La deadline ha scadenza, come per tutto, al momento al 15 marzo prossimo. Va preventivamente detto che l’industria del gioco italiano ha già in qualche modo subito gli effetti tangibili del virus: in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, zone totalmente rosse e dove l’emergenza è più massiccia, le slot e le VLT hanno subito veri e propri crolli, ovviamente dovuti ai divieti di accesso ai locali adibiti a sale gioco.

E proprio l’articolo 1 del Decreto colpisce il gioco: inibiti tutti i luoghi, pubblici e privati, che creano affollamento, ivi comprese anche sale slot. Il tutto corredato dalla sospensione degli eventi e delle competizioni sportive, pubblici e privati, seppur resti consentito nei comuni diversi dalla zona rossa lo svolgimento di alcuni eventi e competizioni come allenamenti e aggregazioni in impianti sportivi. Ovviamente, nei luoghi sopracitati, associazioni e società predispongono preventivamente controlli idonei per contenere il rischio diffusione, comunque altissimo, del virus tra atleti, tecnici, dirigenti, accompagnatori e via dicendo.

 A livello fiscale, nel corso del colloquio con la Commissione Sanità, sono venuti meno i due emendamenti che tiravano in causa la lotteria degli scontrini, con la richiesta di una ulteriore diminuzione del fondo previsto, per far fronte all’emergenza del virus. Altresì, alla Commissione Bilancio del Senato è stato assegnato l’esame del disegno di legge che dovrebbe introdurre misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoratori e imprese compromesse dall’emergenza epidemiologica.

All’articolo 9, dal titolo “Procedimenti amministrativi di competenza delle autorità di pubblica sicurezza”, viene prevista “una sospensione di trenta giorni dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi riguardanti il rilascio dei titoli di polizia. Il Decreto è stato approvato con 234 voti favorevoli e cinque astensioni, senza nessun contrario.

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Nuove tendenze in ambito “mobile app” per il 2020

di SKA su Marketing il 4 Marzo 2020, 15:06

È innegabile che lo smartphone è diventato un oggetto imprescindibile nelle nostre vite e a livello praticamente mondiale, per questo è interessante restare al passo coi tempi e conoscere gli aspetti più rilevanti e le prossime tendenze del settore Mobile.

L’industria degli smartphone, più forte che mai

Per quanto sembrasse che la vendita di questi dispositivi stesse calando, l’arrivo di modelli innovativi, come quelli pieghevoli di Samsung o Huawei, ha dato nuova linfa al mercato.

Di conseguenza il settore delle applicazioni non smette di generare benefici nei principali mercati come App Store e Google Play; nel 2019 sono stati raggiunti i 105.000 milioni di dollari e si prevede che se ne generino 188.000 milioni nel 2020.

Questo dato riguarda soprattutto il settore dei videogiochi che è quello che genera più denaro.

Videogiochi 

Effettivamente molti utenti appassionati di gioco utilizzano i dispositivi mobile per non perdere occasione di giocare o per tentare la fortuna sui casinò online come Starcasinò. Chi conosce le regole del blackjack o di altri giochi da tavolo classici sa che questo è un ottimo passatempo per mettere alla prova le proprie strategie.

Per quanto riguarda l’industria dei videogiochi via app si prevede che nel 2020 i consumatori spendano 75.000 milioni di dollari grazie all’arrivo di servizi di abbonamento quali Apple Arcade e Google Play Pass. Basterà pagare una tariffa fissa mensile per poter accedere ad un’ampia varietà di contenuti e servizi, un’opzione interessante soprattutto per le famiglie dato che verrà incontro al bisogno dei genitori di ridurre gli acquisti in-app dei figli.

Abbonamenti

I servizi a cui si accede tramite un abbonamento stanno prendendo sempre più piede e sono i responsabili della proiezione che prevede guadagni intorno ai 188.000 milioni di dollari durante il 2020. Sono proprio i videogiochi i servizi più in auge in questa modalità di monetizzazione. Anche il “video entertainment” continuerà la crescita che è già decollata con app come Netflix e YouTube. Tuttavia, alte applicazioni in ambito video sono sul trampolino di lancio e non vedono l’ora di diventare concorrenti di questi colossi; basti pensare a Disney+, lanciato di recente e che rappresenterà solo uno dei molti concorrenti ben finanziati che accedono in un settore già ben nutrito da altre app come Apple TV+, HBO Max.

Tecnologia 5G

La tecnologia 5G sarà una delle principali tendenze di sviluppo e avrà un impatto importante nel 2020 e nei prossimi anni e in molte industrie oltre a quella mobile. La sua velocità sembra essere 100 volte più rapida che quella della rete 4G e ciò porterà grandi cambiamenti in ambiti come quello dei videogiochi multigiocatore.

Intelligenza Artificiale (AI)

Piano piano l’intelligenza artificiale verrà integrata agli smartphone per renderli ancora più “intelligenti” e far risparmiare tempo, soldi ed energie alle aziende che sviluppano app.

Che si tratti di assistenti personali virtuali (VPA), app intelligenti, sicurezza cibernetica o Internet of Things, ogni componente del settore tecnologico può utilizzare aspetti dell’intelligenza artificiale nei suoi processi. Google di recente ha presentato “Duplex”, un programma di Artificial Intelligence capace di effettuare chiamate ad aziende locali al posto di un umano.

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Non siamo mai stati così insoddisfatti della democrazia – Il Post

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 17 Febbraio 2020, 14:30

Secondo la più vasta e completa indagine di opinione realizzata negli ultimi anni su questo tema, la soddisfazione nei confronti della democrazia non è mai stata così bassa. La ricerca è stata realizzata dal Centre for the Future of Democracy dell’Università di Cambridge e a curarla è stato il docente di scienze politiche Roberto Foa con alcuni colleghi. Si tratta di un grosso lavoro, che prende in considerazione 154 paesi differenti e e 25 anni di rilevazioni statistiche sulla soddisfazione dei cittadini nei confronti della democrazia. In tutto, i ricercatori hanno esaminato e paragonato 3.500 indagini d’opinione differenti, provenienti da 25 fonti diverse per un totale di 4 milioni di intervistati.

Il risultato principale, ottenuto esaminando e paragonando i dati di tutti i paesi l’uno con l’altro, è che tra il 1995 e il 2019 il livello di insoddisfazione nei confronti della democrazia è cresciuto dal 48 al 58 per cento. Significa che negli ultimi 25 anni una persona su dieci in tutto il modo ha cambiato in peggio la sua opinione sulla capacità della democrazia di produrre risultati politici desiderabili.

Nonostante questo trend generale, lo studio rivela livelli di soddisfazione profondamente diversi da paese a paese. In alcuni il livello di soddisfazione è precipitato, in altri non è mai stato particolarmente alto, oppure è rimasto stabile, in altri ancora la soddisfazione è invece aumentata.

Una buona sintesi dei risultati dello studio è che i paesi sviluppati sono quelli più colpiti da questa crescita di sfiducia, soprattutto in seguito allo scoppio della grande crisi e alle sue conseguenze. Un esempio particolarmente rilevante di questo fenomeno, secondo lo studio, sono gli Stati Uniti, un paese che ha storicamente messo l’ordinamento democratico al centro della propria identità e del proprio orgoglio nazionale.

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Come muore il Mediterraneo, il più grande mare della storia – Peter Schwartzstein – Internazionale

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 10 Gennaio 2020, 16:18

La maggior parte dei mari del mondo soffre di qualche forma di problema ambientale, ma pochi si sono deteriorati velocemente e qualitativamente come l’estremità orientale del Mediterraneo. Nonostante abbia dato vita ad alcune delle più grandi civiltà della storia, il Mediterraneo orientale è diventato un triste simbolo degli attuali fallimenti degli stati litoranei. In quei luoghi dai quali gli antenati salpavano, molti oggi gettano rifiuti industriali. Le conquiste, tra gli altri, di greci, fenici, romani ed egizi dell’età dei faraoni non fanno altro che evidenziare la decadenza politica ed economica dei loro discendenti.

Negli ultimi anni il Mediterraneo orientale è diventato in un certo senso il palcoscenico nel quale salvare o distruggere, una volta per tutte, il mare: “ora o mai più”. Ingenti e nuove scoperte di gas al largo delle coste hanno messo i paesi che si affacciano sulle sue coste gli uni contro gli altri, nel tentativo di accaparrarsi una parte delle risorse. Il riaccendersi di giochi di potere strategici, in particolare a proposito della Siria, hanno trasformato ancor di più il mare in un campo di battaglia geopolitico. In alcune sue parti, navi da guerra e aerei militari provenienti da luoghi lontani come il Pakistan attraversano furtivi le sue acque.

Mentre buona parte dell’Europa si preoccupa dei flussi migratori provenienti dal confine meridionale del continente, aumentano più che mai anche gli ostacoli alla ricerca di una soluzione per i mali ambientali del Mediterraneo orientale.

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Internet libero per una società libera e democratica – Valigia Blu

di SKA su ControInformazione, Cose dette da altri il 9 Dicembre 2019, 12:03

Internet forma parte delle nostre vite e ha un ruolo di rilievo nella società moderna. Ed è per questo fondamentale che i diritti di cui godiamo nella nostra vita “offline” siano rispettati e protetti anche durante le attività che svolgiamo online.

Questo perché, a 30 anni dall’invenzione del World Wide Web, non ha alcun senso mantenere una separazione tra la nostra “vita reale” e la cosiddetta “vita online”, come se di due mondi impermeabili si trattasse. Per anni – e ancora oggi c’è chi cade in questo errore – Internet è stato raccontato dai media come un “mondo virtuale”, separato dalla realtà. Se questa narrazione dai toni fantascientifici poteva essere accettata negli anni 90 – quando ancora l’accesso alla Rete era limitato e il web era a tutti gli effetti un mondo nuovo ancora tutto da creare, da esplorare e da sfruttare – non è più ragionevole parlare in questi termini della Rete ai giorni nostri, quando ognuno di noi ha accesso immediato alla connessione e alla pubblicazione e fruizione di contenuti online, da molteplici dispositivi, in qualsiasi momento.

Le nostre attività online sono “vita reale”, per cui qualsiasi limitazione nell’utilizzo della Rete può avere un impatto severo sui nostri diritti. Motivo per cui la libertà di parola così come la libertà di informazione online devono essere tutelate e difese.

Dal 2009 Freedom House pubblica ogni anno il rapporto Freedom of the Net, che rileva in che modo i governi e altri soggetti non-governativi operano per restringere le nostre libertà online.

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L’hacker antisistema che vuole portare la lotta di classe online – Valigia Blu

di SKA su ControInformazione, Cose dette da altri, Notizie Commentate il 25 Novembre 2019, 11:40

La prima apparizione è stata il 3 agosto 2014. Su Twitter sbuca un account, @GammaGroupPR. Il riferimento (che allora pochissimi potevano cogliere) è a una azienda anglotedesca, GammaGroup, che vende uno spyware, un software spia, usato dai governi per infettare e intercettare tutto ciò che passa su uno smartphone o un computer di un indagato. All’epoca si tratta di un settore – quello degli spyware o trojan a fini di indagine, in Italia detti captatori informatici – ancora poco noto e discusso, anche se da un paio di anni erano iniziati a uscire alcuni studi da parte di ricercatori e attivisti proprio sulle aziende che vendevano tali strumenti, e sui loro clienti, inclusi Stati autoritari e accusati di violare i diritti umani. GammaGroup produceva una suite di spyware nota come FinSpy/FinFisher, che vendeva a vari governi.

L’attacco a GammaGroup e la nascita di Phineas Fisher

Il misterioso e neonato account Twitter @GammaGroupPR, che tutto è tranne un ramo del marketing dell’azienda, ha anche un nome curioso: Phineas Fisher. Un gioco di parole che allude allo spyware. Da quel momento in poi diventerà il nome (in verità poco apprezzato dal protagonista, e molto amato dai media) di uno dei cybercriminali più ricercati, ma anche politicizzati, di questi anni.

“Siccome qua a Gamma abbiamo esaurito i governi, apriamo le vendite al pubblico”, esordisce il primo tweet che, in una escalation, inizia a pubblicare brochure, listino prezzi e documenti confidenziali dell’azienda. Qualche ora dopo, l’account pubblica anche il link a un rapporto 2012 del Citizen Lab, centro di ricercatori dell’Università di Toronto, secondo il quale il software spia rinvenuto sui dispositivi di attivisti del Bahrein sarebbe stato prodotto da Gamma Group (report ripreso all’epoca da varie testate come Bloomberg e Wall Street Journal).

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Se ridicolizzi Greta Thunberg, c’è un 99,9% di possibilità che tu sia un cogl**ne – VICE

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 26 Settembre 2019, 12:49

Insulti alla sua “faccia di cazzo” e alla sindrome di Asperger, giovani “gretini” che vogliono saltare scuola, teorie del complotto e tutto il resto: i commenti su Greta degli ultimi giorni la dicono lunga su chi li scrive.

Ieri pomeriggio è iniziata l’assemblea dell’Onu sul clima, e anche questa volta—almeno a parole—i leader politici si sono detti d’accordo: bisogna portare le emissioni a zero, rivedere i piani climatici, ripensare ai nostri modelli di sviluppo. Bisogna fare qualcosa per invertire la rotta, insomma.

Il massimo dell’attenzione mediatica si è però concentrata sull’intervento di Greta Thunberg; un discorso molto duro e accorato, in cui l’attivista svedese ha ribadito quanto ormai dice da più di un anno: è inutile continuare a fare promesse, bisogna agire ora. Perché “siamo all’inizio di un’estinzione di massa e tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica.”

“È tutto sbagliato,” ha poi detto Thunberg. “Io non dovrei essere qui. Dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite tutti da me per avere speranza? Come osate! Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote.” Tuttavia, ha concluso l’attivista, “i giovani cominciano a capire il vostro tradimento: e se scegliete di deluderci non vi permetteremo di farla franca.”

Thunberg ha insomma ribadito ancora una volta quello che va ripetendo da più di un anno a questa parte—un assunto che sta alla base anche del movimento #FridaysForFuture: non spetta (solo e unicamente) ai singoli risolvere un’emergenza climatica certificata dalla scienza oltre ogni ragionevole dubbio, ma a chi detiene il potere decisionale e politico di cambiare le cose. Il che tra l’altro non è nulla di eclatante, perché storicamente ogni grosso movimento di protesta è partito dal basso per colpire l’alto.

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La gestione delle spese di trasferta: alcuni trucchi per non impazzire

di Camerata Stizza su Marketing, Notizie Commentate il 16 Settembre 2019, 16:19

Le spese di trasferta sono fra le voci di costo più importanti per un’azienda. Ma come si possono gestire in modo efficace? Ecco qualche trucco per non impazzire.

Cosa sono le spese di trasferta?

Le spese di trasferta sono le spese sostenute da uno o più dipendenti durante una trasferta di lavoro. Si tratta, fondamentalmente, di costi per il viaggio, per l’alloggio e per i pasti. Per quanto riguarda i costi per il trasporto, diversi aspetti rientrano in questa categoria: per esempio le spese sostenute utilizzando un’auto aziendale (pedaggi, rimborso a seconda dei chilometri e così via) o noleggiata, acquisto di biglietti aerei, della metropolitana o del treno. Questa classificazione generale è utile per farsi un’idea di cosa siano le spese di trasferta ma in realtà è indicativa, perché ogni azienda può inserire, in base alle proprie necessità, altre tipologie di spesa.

Deducibilità delle spese di trasferta: i tre sistemi in uso

Le spese di trasferta sono deducibili in base a tre diversi sistemi:

  1. il rimborso spese a piè di lista o analitico, dove il dipendente deve giustificare tutte le spese mostrando all’azienda i biglietti o le fatture e poi verrà rimborsato. Le spese per il viaggio sono totalmente deducibili, mentre quelle per il vitto e l’alloggio hanno dei limiti. Difatti, c’è un limite di 180,76 euro al giorno se la trasferta è effettuata fuori dal territorio comunale e 258,23 euro al giorno nel caso in cui la trasferta sia all’estero. Gli spostamenti nello stesso comune, invece, sono a carico del dipendente;
  2. rimborso forfettario, dove l’azienda paga una somma prestabilita al dipendente, a prescindere dalle spese effettuate. Il dipendente, in questo caso, non è tenuto a giustificare la spesa sostenuta, non dovrà quindi conservare né fatture né scontrini o altre prove di spesa;
  3. rimborso misto. Si tratta di un sistema di registrazione intermedio che unisce elementi di entrambi i modelli. Alcune voci seguono la modalità a piè di lista e altre il sistema forfettario.

Al di là del tipo di rimborso è necessario che la registrazione delle spese di trasferta sia fatta in modo adeguato. Solo in questo modo si rende efficiente e competitiva la propria azienda e si aumenta la produttività. Ma come si fa a gestire in modo corretto le spese di trasferta? Il consiglio è quello di avvarlersi degli strumenti tecnici a disposizione. A tal proposito sono particolarmente utili le carte prepagate aziendali ad uso individuale o intestate a centri di costo e funzioni che permettono sia di garantire ai dipendenti di registrare le spese sia all’imprenditore di controllarli, mettendo un tetto massimo specifico o flessibile in base alla tipologia di spesa, alla trasferta o al periodo. Questo tipo di servizio in genere è accessibile non solo da PC ma anche comodamente dallo smartphone o dal tablet attraverso una app. Attraverso le app è possibile trasformare la gestione della nota spese da manuale ad automatizzata. Con le app si elimina l’errore umano, si velocizzano i tempi e si semplificano i processi. Tutto questo fa sì che l’azienda sia produttiva, perché i dipendenti e lo stesso imprenditore potranno focalizzarsi sul proprio obiettivo di crescita, attuando un preciso piano di marketing ed eventualmente anche un’espansione al di fuori dei confini nazionali.

Ricapitolando, la gestione delle spese di trasferta non è per nulla semplice, specialmente se si fa tutto manualmente. C’è il rischio di fare errori e, oltretutto, si perde di vista l’obiettivo principale: far crescere la propria azienda. Con le moderne tecnologie, però, è possibile evitare questi errori e registrare e controllare le spese di trasferta comodamente attraverso carte prepagate ed applicazioni su smartphone.

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Il femminicidio di Elisa Pomarelli: quando i media oltraggiano la vittima – Valigia Blu

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 9 Settembre 2019, 14:03

Una particolare forma di vilipendio di cadavere cui purtroppo tocca periodicamente assistere è quella che alcuni media riservano ai casi di femminicidio. Meglio ancora se accompagnata con l’apologia dell’imputato o del reo confesso, e tutta una serie di aggettivazioni e attribuzioni tese a riconoscergli delle attenuanti che, se inesistenti in fase processuale, di sicuro funzionano sul piano culturale agli occhi dell’opinione pubblica.

È il caso dell’omicidio di Elisa Pomarelli, per il quale è stato arrestato Massimo Sebastiani, 45enne che ha confessato l’omicidio (si ipotizza lo strangolamento) e l’occultamento del cadavere, dopo essersi nascosto per circa 15 giorni, circostanza per cui il padre di una sua ex compagna è stato indagato e arrestato con l‘accusa di favoreggiamento – avrebbe aiutato Sebastiani a nascondersi. Un delitto che si inserisce in un quadro di atteggiamenti ossessivi e persecutori, quell’attrito pericoloso tra attenzioni insistenti e incapacità di accettare rifiuti, con l’uomo che continuava a considerare la vittima come propria fidanzata, a dispetto di resistenze e dinieghi, fino alla decisione di uccidere e poi di nascondere il cadavere. Come ricostruito sul Corriere da Martina Pennisi ed Elena Tebano, secondo un’amica la vittima era lesbica, perciò il quadro di pressioni, insistenze e persecuzioni maturato nel femminicidio avrebbe anche una componente omofoba.

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È tempo che la politica si occupi di clima – il Tascabile

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 6 Agosto 2019, 15:37

La crisi ambientale suscita un’apprensione diffusa, [ma] poco tangibile nei saperi, politicamente marginale, elettoralmente insignificante”. Siamo nei primi anni duemila e a scrivere queste righe sfortunate è l’allora ministro francese della pianificazione territoriale Yves Cochet, in un libro dal titolo programmatico come pochi: Sauver la Terre (2003). “Mai e in nessun luogo al mondo si sono visti imponenti cortei contro l’aumento dei gas a effetto serra, contro la perdita della biodiversità, contro l’accumulazione di molecole di sintesi nell’ambiente”. Solo qualche tempo fa la situazione non pareva granché mutata, almeno a leggere l’auspicio con cui Amitav Ghosh chiudeva La Grande Cecità (2016): “mi piacerebbe credere che un’ondata di movimenti laici di protesta in tutto il mondo possa farci uscire dal vicolo cieco e portare a cambiamenti decisivi. […] È difficile immaginare che dei movimenti popolari di protesta possano acquisire abbastanza slancio in un orizzonte così ristretto”.

C’è voluta un’altra manciata d’anni prima che gli scioperi mondiali della scuola per il clima, i die-in di protesta nei luoghi pubblici e le crescenti dichiarazioni di emergenza climatica facessero fallire alcune delle previsioni più calamitose. Il destino ecologico dell’umanità non si è accartocciato su se stesso, inerte e apatico come molti immaginavano, ma ha preso a dispiegarsi con rinnovato vigore sulle spalle di un attivismo che combina la crisi del clima a quella delle grandi narrazioni economiche e politiche, il riscaldamento globale al ritorno prorompente della contestazione giovanile.

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Dropshipping: cos’è e come avviare un’attività

di SKA su Marketing il 28 Giugno 2019, 15:44

Qualche settimana fa mi stavo occupando dell’aggiornamento di un piano marketing per un’azienda di e-commerce e durante la riunione conclusiva è saltata fuori l’idea Dropshipping. Dopo qualche sguardo incerto tra tutti i presenti è stato necessario studiare meglio l’argomento e valutarne la reale fattibilità aziendale. 

L’aspetto interessante del dropshipping – nel nostro caso per un segmento aziendale di riferimento – è la possibilità di creare un’attività senza bisogno di avere a disposizione capitali di partenza, magazzini o dipendenti dedicati.

Ma forse bisogna fare un passo indietro. Il dropshipping è più che altro un metodo di vendita tramite cui il venditore mette in vendita il prodotto senza però la necessità di possederlo materialmente in magazzino. In sintesi estrema: l’acquirente richiede il prodotto al venditore – con funzione da intermediario, in pratica –  che a sua volta trasmette l’ordine al fornitore (il dropshipper) che provvederò a spedire la merce direttamente all’acquirente finale.

Il venditore che sta in mezzo a questo schema si occupa del marketing e della pubblicizzazione del prodotto, rimuovendo tutte le spese di magazzino e logistica (imballaggio e spedizione).

Possiamo dire che avviare un’attività online con Dropshipping sia tutto sommato una cosa semplice e vantaggiosa. Esistono vantaggi sia per i venditori che per i fornitori: i primi non dovranno avere un capitale di merce di partenza, magazzini o dipendenti dedicati alla logistica, ma soltanto relativamente all’area vendita e marketing.
Anche per il fornitore è però un vantaggio: si può estendere la propria rete di vendita, potenzialmente in tutto il mondo, o comunque penetrando in mercati non ancora coperti, senza doversi insediare con la propria azienda. Sarà l’azienda del venditore ad occuparsi della parte istituzionale.

Gli svantaggi ci sono e di solito riguardano la marginalità sul prodotto, che implica la necessità di realizzare elevati volumi di vendita. Sia per il venditore che per il fornitore i margini di guadagno rischiano di abbassarsi notevolmente a causa dell’alta competitività del mercato, in particolare quello online, in cui è di solito il prezzo più basso a spuntarla.

Altro problema potrebbe essere quello relativo all’approvvigionamento: per il venditore non avere un magazzino di riferimento in tempi brevissimi, potrebbe comportare una difficoltà oggettiva nel trovare la merce o verificarne l’effettiva disponibilità. Sarà compito di entrambe le parti fare in modo che i sistemi di comunicazione siano impostati nel miglior modo possibile prima di avviare l’attività.

Il dropshipping rappresenta indubbiamente una modalità interessante da sfruttare nei casi in cui si vogliano esplorare dei mercati – in entrambe le direzioni – o si voglia un’attività di vendita sul quale si è particolarmente ferrati. Un metodo semplice e molto veloce per avviare un business online senza praticamente nessun investimento iniziale, a parte quello di: un buon sito web, una gestione adeguata di tutto il comparto del digital marketing ed un customer service. 

 

 

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extra

WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.