La Presidenza del Consiglio condanna Berlusconi

di SKA su Satira il 21 Aprile 2005

No, non è una delle solite barzellette comuniste.
Non è neanche una strana redenzione del Cavalier Bellachioma, che in un impeto di super-egocentrismo ricorda di essere un delinquente e si auto condanna.
Sarebbe bello però…
In realtà è proprio quel che è successo: durante il processo Sme l’avvocato Salvemini, che rappresenta la parte civile per Palazzo Chigi, chiede la condanna di Berlusconi (imputato) ad un risarcimento di 1,1 milioni di euro + 300mila euro da versare immediatamente.
Il paradosso nasce dal fatto che il processo è iniziato durante il 97 quando alla Presidenza del Consiglio c’era D’Alema.
L’accusa è di corruzione, non corruzione semplice ma mercimonio dell’attività di giudice. Sì insomma, ha pagato 500 milioni al giudice Squillante per corromperlo.
A parte la solita persecuzione che non sta più nè in cielo nè in terra, il simpatico giudice Squillante per aver preso quei soldi dalla Fininvest si è beccato 8 anni di carcere.
Berlusconi, tutt’ora a capo della stessa Fininvest, è in giro a far campagne elettorali. Giusto per il gusto di non presentarsi ed allungare i processi finchè i capi d’imputazione non cadano in Prescrizione.
E la scusa della Presidenza del Consiglio lo legittima a farlo, ecco perchè a quella poltrona ci sta attaccato con il mastice.

Approfondimenti:

La presidenza del Consiglio chiede la condanna di Berlusconi
ed anche
Squillante ammette che nel ’96 Berlusconi gli offrì la candidatura in Forza Italia per evitare il processo
Buon divertimento…

P.s. i Cinegiornali della Rai dicono che è stata richiesta la condanna di Previti. Ma non è così…fa quasi pena quel pover’uomo.
Previti come Craxi by Silvio Bellachioma

The Legendary Pink Dots - Third Secret
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3 Commenti a “La Presidenza del Consiglio condanna Berlusconi”

  1. Commenti Fash

    a quando un commento sul licenziamento di Placanica?

  2. Commenti SKA → http://www.terzoocchio.org/

    Non ho avuto tempo di leggerlo tutto ne di aggiornare le pagine, mi sembra comunque un trattato ben documentato anche se parlare di “omicidio” se non è errato è quantomeno non corretto. Sta di fatto che se non ci scappava il morto era meglio per tutti e tutto sarebbe stato ancor più infangato.

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.