La Consulta Umorista
di SKA su Notizie Commentate il 2 Luglio 2009
Leggendo qua si possono cogliere lunghi tratti di sottile umorismo caustico che riportano definitivamente in auge la lunga tradizione italiana dello sberleffo e dello sfottò.
Interpolazione: stiamo parlando della ormai famosa cena tra i due giudici della Corte Costituzionale – Paolo Maria Napolitano e Luigi Mazzella – con Silvio Berlusconi e il ministro della Giustizia Alfano. I due giudici fanno parte della Consulta che dovrà decidere le sorti del Lodo Alfano che sancisce l’impunità totale a Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera dei deputati e Presidente del Consiglio dei ministri. L’IDV chiede le dimissioni dei due giudici per un’evidente conflitto di competenze.
Il Quirinale ha assunto una posizione coraggiosa. L’omertà.
Ed afferma che no. Non è ammissibile la richiesta dell’IDV perché “interferirebbe nella sfera di insindacabile autonomia della Corte Costituzionale“. Come se, in questo caso, “l’insindacabile autonomia della Corte Costituzionale” non sia già irrimediabilmente compromessa.
E infatti Napolitano – il giudice – sprezzante del ridicolo asserisce :“è chiaro che un giudice di Tribunale non può andare a cena, pranzo o colazione con persone che deve giudicare. Ma in questo caso è diverso: noi non giudichiamo mica il presidente del Consiglio dei ministri, noi giudichiamo sulle leggi.
E invece no. Perché la Consulta andrà a giudicare leggi che coinvolgono direttamente il presidente del Consiglio dei Ministri (chiunque esso sia) ed i procedimenti penali ad esso connessi. Quindi no, non possono avere palesi rapporti privati di intima amicizia mirati ad un evidente scambio di favori reciproci uno scambio di cortesie.
12 Agosto 2009 alle Ago 12, 09 | 10:00
Se l’Idv ha esposto contrarietà un motivo c’era… Credo tuttavia che la Consulta non sia compromessa, tant’è che il suo operato continua ad essere di bocciatura di alcune leggi di questo governo (che se si decidesse a riflettere di più sulla legittimità dei provvedimenti prima di emanarli non sarebbe male…), e credo anche che un giudice di quel livello sappia tenere separati i rapporti personali da quelli professionali, con l’agevolazione del fatto che il giudicato va alle leggi e non alle persone (altrimenti l’imparzialità è compromessa a rigor di logica), ma concordo comunque con la perplessità generale visto che effettivamente è quanto meno “strano” se non “inopportuno” che i giudici della Corte costituzionale escano a cena con il Presidente del Consiglio che da tempo minaccia l’autonomia del potere giudiziario. Diciamo che Lui è furbo, questo sì, confidiamo ora anche nell’astudizia della controparte e speriamo bene! Bye.