Villa Pamphili, Roma. Una madre, una figlia, un regista mancato e una fuga interrotta
di SKA su Cronaca il 20 Giugno 2025
La mattina del 7 giugno due corridori che attraversavano il viale dei lecci di villa Pamphili si sono accorti di un passeggino rovesciato nel sottobosco; poco più in là hanno visto prima il corpo di una bambina, poi quello di una giovane donna. La polizia scientifica è arrivata alle 7.20 e ha documentato la scena: la piccola, avvolta in una coperta da picnic, presentava un solco compatibile con una corda di otto millimetri; la madre mostrava ecchimosi sul collo e abrasioni alle spalle, segno che era stata trascinata su terreno irregolare. Non c’erano documenti né telefoni. Le impronte non erano presenti negli archivi italiani; i primi tentativi di identificazione sono quindi rimasti senza esito.
I dieci giorni senza nome
Fra il 7 e il 12 giugno gli investigatori hanno diffuso la descrizione dei tatuaggi della donna e qualche fotogramma ricavato dalle telecamere di via Vitellia. In uno di quei video, alle 18.59 di mercoledì 4 giugno, si vede una donna bionda con un passeggino entrare nel parco; dietro di lei avanza un uomo che spinge un trolley e poi scompare dalla visuale. L’immagine, pur sgranata, è diventata il punto di partenza delle indagini.
La svolta non è arrivata da Roma, ma dall’isola greca di Skiathos. Il 13 giugno la polizia ellenica ha fermato un uomo che esibiva un passaporto canadese intestato a «Rexal Ford». Nel portafoglio gli agenti hanno trovato carte di credito intestate a «Francis Kaufmann». L’uomo, 46 anni, cittadino statunitense, aveva precedenti per truffa e per violenza domestica negli Stati Uniti. Le impronte inviate a Roma sono risultate compatibili con quelle dell’ombra maschile ripresa in via Vitellia.
Cinque giorni dopo la trasmissione «Chi l’ha visto?» ha mostrato l’immagine di un tatuaggio a mandala sul braccio della vittima. Dal pubblico è arrivata una telefonata della madre di Anastasia Trofimova, ventotto anni, originaria di Omsk, residente a Sliema, Malta. Ha riconosciuto il tatuaggio e una cicatrice sul ginocchio destro. La polizia maltese ha confermato che Anastasia era partita il 1 giugno con la figlia Andromeda e con Kaufmann, suo compagno, a bordo del volo Ryanair FR9173 diretto a Ciampino. Il 19 giugno la Procura di Roma ha ufficializzato l’identificazione della donna e della bambina.
I giorni romani
Dopo l’arrivo a Ciampino la coppia aveva affittato un monolocale in via Girolamo Tiraboschi, nel quartiere Monteverde. La sera del 3 giugno il proprietario aveva chiamato il 112: riferiva rumori di oggetti infranti e il pianto di una bambina. La pattuglia intervenuta non aveva riscontrato segni evidenti di violenza; Kaufmann aveva spiegato che l’indomani sarebbero partiti per Firenze. La mattina successiva l’uomo ha acquistato in un supermercato di via Donna Olimpia una corda nautica di tre metri, due paia di guanti in lattice e quattro bottiglie d’acqua, pagate con una Visa intestata alla sua società Mariner Pictures. Nel pomeriggio la telecamera di via Vitellia ha ripreso la famiglia che entrava nel parco. È l’ultima immagine in cui Anastasia e la figlia risultano vive.
Gli inquirenti hanno ricostruito che la sera del 5 giugno Kaufmann ha lasciato Roma: prima un taxi prenotato alle 18.50 con pagamento elettronico in via Appia, poi il volo serale Vueling VY7365 Fiumicino-Skiathos. Il passaporto canadese usato ai controlli risultava rubato a Vancouver un anno prima, ma la denuncia di furto non era stata ancora caricata nel database Interpol SLTD; per questo il documento non aveva dato allarme. Il ministero dell’Interno ha avviato una verifica sui protocolli di frontiera dopo che la notizia è stata diffusa.
Il profilo di Francis Kaufmann
Kaufmann è nato a Chicago nel 1979. Nel 2019 ha registrato la società di produzione Mariner Pictures e ha iniziato a presentarsi come regista indipendente. Secondo una visura camerale, nel luglio 2024 ha ottenuto un contributo selettivo del ministero della Cultura italiano di 863 845 euro (decreto 2110/2024) per un lungometraggio mai avviato.
Nel novembre del 2023 Kaufmann aveva aperto in Italia una società a responsabilità limitata unipersonale, la Mariner Pictures Srls, sede legale in un coworking di via Gioia, a Milano, capitale sociale versato di 10 mila euro. Il 15 febbraio 2024 aveva presentato al Ministero della Cultura, Direzione generale Cinema, una domanda di contributo selettivo – la linea di finanziamento prevista dalla legge n. 220 del 2016 – allegando un progetto di lungometraggio dal titolo provvisorio The Silent Mariner. Nel dossier, ottenuto ora dagli investigatori tramite accesso agli atti, figuravano un budget di 2,4 milioni di euro, un co-produttore greco (la non meglio specificata Pelagos Films) e un’impresa maltese incaricata del service. Il progetto dichiarava otto settimane di riprese a Taranto, Brindisi e sull’isola di Creta, la partecipazione di due attori statunitensi di seconda fascia e una convenzione già firmata con Apulia Film Commission: documenti che – scoprirà la Guardia di Finanza – erano stati modificati con un software di fotoritocco e non avevano mai ottenuto il contro-sigillo delle controparti.
Il 5 luglio 2024 la commissione del MiC, riunita con decreto dirigenziale 2110/2024, aveva comunque assegnato al progetto un contributo di 863 845 euro, pari al 35 per cento dei costi dichiarati: una prassi prevista per opere con “particolare valore artistico, culturale o di coesione territoriale”. Del contributo era stato erogato un primo acconto del 20 per cento (circa 172 mila euro) dopo il deposito di un piano finanziario provvisorio; il saldo avrebbe dovuto arrivare in tre tranche collegate all’inizio delle riprese, alla consegna del girato e al deposito della copia campione. Nei mesi successivi la Mariner Pictures aveva inviato al ministero due PEC con cui annunciava lo “slittamento delle riprese per cause meteorologiche” e chiedeva una deroga di sei mesi. A dicembre, non avendo ricevuto alcuna prova di spese, la Direzione generale aveva sospeso l’erogazione delle tranche successive e avviato un procedimento di revoca, ma l’istruttoria non si era ancora conclusa quando Kaufmann è partito per l’Italia con Anastasia e la figlia.
In California il tribunale di Los Angeles gli aveva contestato l’appropriazione indebita di 120 000 dollari destinati a un documentario. Un ex compagno di università ha riferito alla polizia che la famiglia Kaufmann gli inviava un assegno mensile «per tenerlo lontano da Chicago» dopo un episodio in cui avrebbe aggredito la compagna dell’epoca.
Sul portatile sequestrato a Skiathos, i tecnici greci hanno trovato un file intitolato «Testament RK-AF» in cui Kaufmann chiedeva la cremazione per sé e per la figlia, escludendo Anastasia «da ogni rito funebre». Nel bagaglio c’erano la corda nautica della stessa lunghezza del solco sul collo di Andromeda, due guanti in lattice taglia M e 5 400 euro in contanti.
Sul portatile Apple MacBook Pro sequestrato a Kaufmann all’aeroporto di Skiathos i consulenti della polizia ellenica hanno eseguito una copia forense e, all’interno della cartella “Documents/Work”, hanno individuato un file di testo con estensione .rtf
intitolato Testament RK-AF. I metadati indicano che il documento è stato creato alle 00.17 del 3 giugno e modificato un’unica volta alle 02.04 dello stesso giorno, dunque meno di quarantotto ore prima degli omicidi. Il testo, in inglese, è lungo ventisei righe. Nella parte iniziale Kaufmann dichiara: «If anything happens to me or to my daughter Andromeda F. I ask for cremation with scattering of ashes at sea. No service, no priest, no mother involved.» A metà file compaiono alcune disposizioni patrimoniali: l’uomo assegna i diritti sul progetto cinematografico The Silent Mariner a «Pelagos Films, Athens», la stessa società greca citata nei documenti presentati al Ministero della Cultura, e devolve eventuali residui di conti correnti a un’associazione caritativa che non risulta registrata. Seguono due righe finali, inserite con un font diverso: «Anastasia Trofimova will have no role in any funeral or memory act.» L’assenza di firma non basta di per sé a dimensionare giuridicamente il documento, ma per la Procura è un indizio di pianificazione: dimostra che Kaufmann rifletteva sull’eliminazione della compagna e sulla gestione successiva dei corpi.
Il bagaglio che l’uomo trasportava in cabina – uno zaino nero della marca Osprey – conteneva oggetti che coincidono in modo significativo con le tracce rilevate sulla scena del delitto. La corda nautica, lunga tre metri e spessa otto millimetri, ha la stessa conformazione del solco evidenziato dal medico legale sul collo di Andromeda; la confezione, acquistata in un negozio di articoli sportivi di via Donna Olimpia il pomeriggio del 4 giugno, è stata ritrovata nell’appartamento di Monteverde. I due guanti in lattice taglia M, modello monouso, risultano compatibili per tipologia con microscopiche fibre rinvenute sulle spalle di Anastasia, dove la vittima era stata afferrata o trascinata. Nel portafoglio, infine, c’erano 5 400 euro in banconote di piccolo taglio, oltre a 1 200 dollari statunitensi: si tratta dell’unica somma in contanti rinvenuta, una possibile “cassa di fuga” dato che i conti correnti di Kaufmann mostrano un prelievo complessivo di 6 000 euro effettuato in tre sportelli diversi tra il 30 maggio e il 1 giugno, subito prima della partenza da Malta.
La combinazione fra il documento “Testament RK-AF”, la corrispondenza millimetrica della corda e i prelievi in contanti rafforza per l’accusa l’ipotesi di premeditazione. Secondo la ricostruzione, Kaufmann avrebbe redatto il file nelle prime ore del 3 giugno, acquistato il materiale il giorno seguente e agito nel pomeriggio, utilizzando guanti e corda, per poi sganciarsi rapidamente dalla scena del crimine e partire la sera successiva con un passaporto rubato già pronto.
Le ipotesi dell’accusa
Gli investigatori ritengono che il litigio esploso il 3 giugno nell’appartamento di Monteverde sia degenerato: Anastasia avrebbe minacciato di denunciare Kaufmann per le violenze subite e per la truffa cinematografica; l’uomo avrebbe reagito uccidendo prima la figlia, forse per esercitare un ricatto emotivo, e poi Anastasia. L’autopsia ha riscontrato clonazepam nel sangue della donna e la confezione del farmaco è stata trovata in casa. Dopo il delitto Kaufmann avrebbe caricato i corpi nel passeggino, percorrendo l’ingresso pedonale di via Vitellia per raggiungere una zona meno visibile, e avrebbe lasciato i corpi fra i cespugli. L’11 giugno il passeggino, fortemente danneggiato, è stato recuperato in un cassonetto di via Antonio Poerio, a circa un chilometro dall’appartamento.
Secondo la ricostruzione della Squadra mobile e dei magistrati, nel monolocale di via Girolamo Tiraboschi la tensione tra i due si era accumulata già nelle prime 48 ore di permanenza a Roma. La sera di lunedì 3 giugno, intorno alle 22, un vicino di pianerottolo aveva sentito colpi sordi, vetri infranti e il pianto insistito di una bambina; aveva chiamato il 112 e due agenti del commissariato Monteverde erano intervenuti. Il verbale dell’intervento descrive una stanza in disordine, un bicchiere rotto sul pavimento e Anastasia con il volto arrossato che, in inglese elementare, insisteva di «non avere problemi» e di «non volere aiuto». Quando la pattuglia se ne era andata, riferirà il vicino, il silenzio era durato pochi minuti; poi si era udita una discussione più soffocata, terminata verso mezzanotte.
Gli investigatori ipotizzano che quella notte Anastasia abbia minacciato concretamente di denunciare Kaufmann sia per le percosse subite sia per la truffa del film mai girato, notizia che lei stessa aveva scoperto consultando il registro delle imprese italiane sul portatile. La perizia informatica ha rintracciato, nella sua cronologia, ricerche sulla frase “how to report film fraud Italy” e su centri antiviolenza a Roma. In quel momento Kaufmann avrebbe deciso di impedire la denuncia, prima togliendo di mezzo la figlia – un atto che l’accusa interpreta come ricatto emotivo estremo – poi uccidendo Anastasia.
Il medico legale ha rilevato nel sangue della donna 0,68 milligrammi per litro di clonazepam, una quantità sufficiente a indurre sonnolenza e rallentamento motorio. Sull’interno del gomito destro è rimasto l’alone di un punto d’iniezione recente, compatibile con una siringa monouso rinvenuta nel bagno. La confezione del farmaco, prescrivibile solo con ricetta, portava un’etichetta con asterischi al posto del nome: un formato diffuso nelle spedizioni di medicinali ordinati online. Gli inquirenti stanno verificando se Kaufmann lo avesse acquistato sul dark web; in un file di chat è stata trovata la stringa «klo-50mg @46€ ship eu».
L’esame autoptico colloca la morte della bambina fra le 16 e le 18 di martedì 4 giugno; quella di Anastasia fra le 18 e le 20, dopo un periodo di sedazione. Subito dopo, ricostruisce la procura, Kaufmann avrebbe coperto i due corpi con la coperta da picnic, li avrebbe caricati sul passeggino leggero – modello da viaggio, peso massimo dichiarato 22 chili – e avrebbe percorso a piedi i circa 900 metri che separano l’appartamento dall’ingresso pedonale di via Vitellia, approfittando dell’ora in cui molti residenti rientrano a casa e il traffico maschera movimenti insoliti. Le telecamere di un condominio di via Lorenzo Rocci mostrano alle 19.23 un uomo che spinge un passeggino coperto da un telo scuro; l’immagine è sfocata, ma l’abbigliamento coincide con quello di Kaufmann nella successiva ripresa all’interno del parco.
Una volta entrato in villa Pamphili, l’uomo avrebbe deviato su un sentiero secondario utilizzato di rado se non da chi fa jogging nelle prime ore del mattino. Lì avrebbe deposto i corpi fra i cespugli, con l’intenzione evidente di guadagnare tempo prima del ritrovamento; avrebbe poi ripiegato il passeggino e, uscendo verosimilmente dallo stesso ingresso, lo avrebbe trascinato fino a via Antonio Poerio, dove l’11 giugno gli operatori dell’AMA lo hanno recuperato in un cassonetto. Era danneggiato: una ruota era piegata e il telaio mostrava tracce di terriccio compatibili con il suolo del parco, circostanza che sostiene la tesi della procura secondo cui il passeggino sarebbe stato usato anche per trascinare la madre nella vegetazione. Sul manubrio i RIS hanno isolato fibre di lattice identiche ai guanti trovati nello zaino di Kaufmann al momento dell’arresto.
Il tragitto ricostruito, le tracce biologiche e la corrispondenza degli oggetti rafforzano la sequenza ipotizzata: lite la sera del 3 giugno, sedazione e omicidio fra il pomeriggio e la prima serata del 4, trasporto dei corpi subito dopo, eliminazione del passeggino la notte stessa o nelle prime ore del giorno seguente, partenza per la Grecia alle 22.40 del 5 giugno. In assenza di testimoni diretti, la consistenza degli indizi materiali e la cronologia elettronica – fra mail, acquisti con carta e telecamere di quartiere – compongono però un quadro che la procura definisce «coerente e univoco» nel collegare Kaufmann al duplice omicidio senza bisogno di ulteriori intermediari.
La mail inviata a Omsk alle 23.03 del 4 giugno, dalla casella personale di Kaufmann, chiedeva: «Manda adesso 2 500 euro per un intervento urgente di Andromeda. Ti prego, usa questo IBAN greco e scrivimi appena hai fatto»; l’IBAN veniva cancellato negli atti giudiziari. La Procura ritiene il messaggio un tentativo di raccogliere fondi per la fuga.
L’estradizione e i prossimi passi
Il 28 giugno la Corte d’appello di Atene ha convalidato l’estradizione. Kaufmann arriverà a Fiumicino nelle prossime settimane con un volo militare e verrà portato a Regina Coeli. Le accuse contestate sono duplice omicidio volontario aggravato, soppressione di cadavere e tentata estorsione. Secondo la Procura di Roma, che ipotizza la premeditazione, la pena prevista è l’ergastolo. Gli investigatori stanno valutando una rogatoria internazionale per sentire la madre di Anastasia e per acquisire i fascicoli maltesi sulle querele ritirate.
Il 28 giugno la Corte d’appello di Atene, sezione estradizioni, ha esaminato il mandato di arresto europeo trasmesso dalla Procura di Roma e lo ha accolto integralmente. Nel dispositivo la corte ha richiamato l’articolo 16 della Convenzione europea sull’estradizione, fissando in dieci giorni lavorativi il termine per la consegna all’Italia. Kaufmann, che in udienza era assistito da un legale d’ufficio e da un interprete, ha dichiarato di «non opporsi» al trasferimento pur affermando la propria innocenza; la corte ha ritenuto questa presa d’atto un consenso implicito, rendendo immediatamente esecutiva la decisione. Il ministero della Giustizia italiano ha quindi organizzato un volo militare – un C-27J dell’Aeronautica – che nelle prossime settimane atterrerà a Fiumicino: a bordo vi saranno un medico penitenziario, due ufficiali di polizia giudiziaria e un funzionario dell’Interpol. Una volta in Italia Kaufmann verrà notificato del provvedimento restrittivo, tradotto a Regina Coeli e sottoposto a un’udienza di convalida davanti al gip entro quarantotto ore.
Le contestazioni formalizzate dalla Procura sono duplice omicidio volontario aggravato dai legami di parentela e dalla premeditazione, soppressione di cadavere e tentata estorsione. Le aggravanti rendono astrattamente applicabile la pena dell’ergastolo; la procura valuta inoltre l’inserimento del reato di maltrattamenti in famiglia, sulla base delle denunce ritirate a Malta e dei riscontri medici che documentano pregresse lesioni. Sul versante istruttorio gli investigatori stanno preparando una rogatoria internazionale per ascoltare in videoconferenza la madre di Anastasia, che attualmente risiede a Omsk, e per ottenere dalla Magistratura di La Valletta il fascicolo completo relativo alla denuncia di percosse presentata e poi ritrattata dalla giovane nel febbraio 2025. Una seconda rogatoria, diretta alle autorità canadesi, punta a ricostruire la catena dei passaggi del passaporto rubato a Vancouver, mentre alla polizia greca verrà chiesto l’estratto integrale dei movimenti bancari sul conto corrente indicato nella mail estorsiva del 4 giugno. In parallelo l’FBI, su richiesta italiana, sta verificando eventuali procedimenti pendenti negli Stati Uniti per frode postale o bancaria, che potrebbero confluire nella stessa imputazione o portare a un processo separato dopo la definizione di quello italiano.
Restano da chiarire alcuni aspetti ancora poco definiti: la provenienza del passaporto canadese, l’eventuale presenza di complici che possano aver fornito denaro o appoggi logistici in Italia, e la verifica del legame di paternità fra Kaufmann e Andromeda, che non risulta al momento certificato da test genetici.
Il contesto di villa Pamphili e le misure di sicurezza
Villa Pamphili è il parco storico più vasto di Roma. Nel 2014 una turista danese fu aggredita e rapinata lungo il viale delle undici querce; nel 2021 un uomo armato di coltello assalì tre jogger in quattro giorni. Dopo i fatti di giugno il Comune ha installato trenta nuove telecamere con riconoscimento delle targhe e ha previsto un presidio fisso della Polizia locale nelle ore notturne.
Un mazzo di tulipani
Oggi il punto in cui i corpi sono stati trovati non è segnalato, ma un mazzo di tulipani bianchi resta legato a un tronco con un nastro rosso. Il cartoncino scritto a mano dice: «For Anastasia and Andromeda – justice will follow». È un promemoria discreto di un’indagine che ha già attraversato quattro Paesi, ha fatto emergere carenze nei controlli di frontiera e ha mostrato quanto possa essere fragile la vita di chi si trova lontano dalla propria rete di protezione. Quando Kaufmann comparirà davanti ai giudici romani, la ricostruzione dovrà stabilire con chiarezza che cosa sia accaduto fra il tardo pomeriggio del 4 giugno e il volo notturno del 5. L’esito più probabile è che a villa Pamphili si sia consumata una violenza domestica portata alle estreme conseguenze, aggravata dal tentativo di far sparire ogni traccia con un passaporto rubato e una fuga improvvisata.
Se le accuse verranno confermate in aula, il mazzo di tulipani potrà dirsi ascoltato. In caso contrario, resterà il simbolo silenzioso di due vite spezzate e di domande ancora senza risposta.