Ancora regime? Sì, grazie

di SKA su Cultura il 12 Gennaio 2005

Dopo aver divorato questo coraggioso quanto, ovviamente, boicottato libro (dura fatica trovarlo nelle librerie) si ha un cupo senso di ansia ed angoscia nell’anche soltanto scrivere una recensione. Sappiate quindi che se non mi vedrete più qui a scrivere liberamente o trovere il logo della Procura al posto della nota di Impattosonoro significa che il regimecolpisce anche gli insignificanti.

“Oggi per instaurare un regime non c’è più bisogno di una marcia su Roma, nè di un incendio al Reichstag, nè di un golpe al Palazzo d’Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa, e fra essi sovrana ed irresistibile la Televisione”

Queste alcune delle ultime parole di Montanelli prima della sua scomparsa, poste sul retro del libro come un monito, o manifesto. Morì troppo presto per rendersi conto che quelle parole erano invece profetiche, tragica anteprima dell’attuale realtà .

E queste 406 pagine sono la cronaca quantomai dettagliata di come il cosiddetto Governo Berlusconi con tutti i suoi faccendieri al seguito, la sua arroganza ed il suo strapotere abbia desertificato, manipolato e riempito di niente tutta la Tv, organo supremo dell’informazione in Italia.

Chi ancora crede nel duopolio (già di per sè illegittimo) concorrenziale, suppongo si sia comunque accorto di come la Televisione sia diventata un grande Monocolore al servizio del Palazzo che ne detiene la proprietà . Non sono elucubrazioni dei soliti demonizzatori di turno (inizia a piacere anche a me questo termine), dato che la Tv di Stato (la Rai) è di proprietà proprio dello Stato, più specificatamente del Ministero del Tesoro, che ne detiene il 90% delle azioni, chi decide il Cda Rai (anch’esso attualmente monocromatico, basta leggere i nomi dei consiglieri ed i partiti a cui sono legati) lo decidono i Presidenti di Senato e Camera (della Maggioranza), chi deve fare la concorrenza è sempre di proprietà dello Stato, gruppo Mediaset = gruppo Berlusconi. E ci atteniamo solo alle televisioni, senza entrare nel merito della Mondadori (maggiore casa editrice italiana – Berlusconi), della Publitalia 80 (maggior esponente pubblicitario italiano – Berlusconi), Medusa Film (tra le maggiori produttrici cinematografiche italiane – Berlusconi) e citiamo soltanto “Il Giornale” e “Panorama” tra gli altri organi “informativi” nelle mani (dirette) del capo dello stato.

La cronaca dettagliata delle epurazioni annunciate, perpetrate e nascoste, le menzogne raccontate agli italiani le lasciamo a Peter Gomez e Marco Travaglio che, documenti alla mano, snocciolano tutte le vicende taciute dal regime mediatico : dalle cacciate di Biagi, Santoro, Massimo Fini, Freccero, Luttazzi, Sabrina Guzzanti, Paolo Rossi, Federico de Bortoli (ex-direttore de “Il Corriere della Sera” costretto alle dimissioni). Dell’insediamento del Governo in Rai e tutte le relative e successive opere di censura, occultamento e deviazione delle informazioni nei Tg Rai (Tg1 nello specifico) e Gr (Gr1 nello specifico), tutto per non farci vedere, sapere e se possibile neanche pensare. Allegano nomi, cognomi e documenti datati (e recuperabili) per farci rendere conto che non stiamo leggendo “1984” di Orwell, ma la crono-storia di ciò che si è verificato e di ciò che si sta ancora perpetrando ai nostri danni, cittadini inconsapevoli. Storie di Lobby giornalistiche colluse (ed indagate) con esponenti della politica in cambio di favori tra cui saltano fuori i nomi dell’insospettabile Anna La Rosa e dell’invece sospettabilissimo Bruno Vespa che parassitando governanti da sempre ha finito lui stesso per diventare una super-potenza mediatica. Non dovevo dirlo, mi è scappato. Tanto per stimolare ancora la curiosità , troviamo il “Libro Bianco” scritto dall’Usigrai (sindacato dei giornalisti Rai) che stremato dal clima bolscevico tenta di difendersi con delle prove scritte. Il risultato è sconcertante, “una sorta di manuale del perfetto censore”, scrivono Gomez e Travaglio.

E’ in quest’ottica che si parla di Regime nel 2005, “un sistema che viola il primo comandamento della Democrazia Liberale : la separazione dei poteri e il reciproco controllo degli uni sugli altri.” Non totalitarismo, sia chiaro, quelli usavano la forza armata e comunque erano sicuramente meno ipocriti nella loro brutalità . Tirare fuori gli spettri del Fascismo, Nazismo e Comunismo è tanto inutile quanto patetico, se non ridicolo. Ed infatti proprio sull’Anti-Comunismo si basa tutta la campagna politica (in continua campagna) del Cavaliere indefesso martellandoci e cercando di convincerci sin dal ’94 che sia questo il male da combattere, come se fosse un problema di cocente attualità , come se fosse attualmente possibile instaurare un regime di stampo sovietico nel nostro paese … spero per gli italo-forzuti che non si accorgano mai che l’attuale Governo non è così distante da quello di Breznev nella sua Russia in cui l’unico organo d’informazione era la Pravda, ma che i Russi, chiaramente più sagaci degli attuali italiani, evitavano e schernivano riconoscendola come Bollettino di Palazzo e quindi andavano a cercarsi le notizie vere altrove. Spero vivamente che non se ne accorga nessuno, perchè potrebbero avere dei seri problemi d’identità .

Duro colpo allo stomaco questo “Regime che ha la forza di svegliare anche chi ha sempre creduto di essere informato e di far risorgere quella sana indignazione popolare ormai sopita. Ma lascia anche quel senso di disillusione e sconforto tipico delle occasioni in cui si giace rassegnati all’interno di una situazione incontrovertibile. “E’ il regime, bellezza”

P.s. Per consentire che questo libro possa essere nelle case di più persone possibili (anche solo per criticarlo aspramente) vi lascio il link da cui poterlo acquistare on-line (non ci guadagnamo niente).
[url=http://www.disinformazione.it/libreria/media.htm]Regime di Travaglio e Gomez[/url]

articolo scritto per e tratto da [url=http://www.impattosonoro.it/]impattosonoro.it[/url]

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.