What’s Left?

di SKA su Notizie Commentate il 9 Giugno 2009

Alla lunga in realtà diventa anche un gioco un po’ stancante, a tratti irritante, questo del commento a freddo del post-elezioni. Qualunque esse siano, ovunque esse siano. Ma non è mai bene che le proprie riflessioni si schiantino in un loop continuo solamente tra le quattro mura della propria casa.

Josè Saramago scrive: “Non è possibile votare a sinistra se la sinistra ha smesso di esistere.” all’interno di un discorso più ampio sul progressivo processo di suicidio della Sinistra tutta, inteso come movimento socio-culturale piuttosto che politico-partitico. Un discorso sicuramente già risentito, ma che oggi ritorna con veemenza a rimbombarci nei timpani. L’Europa sta andando a destra – nettamente a destra – mentre l’Italia è ferma lì, come sempre, a metà. Nonostante quel che se ne possa dire, la sterzata improvvisa dell’Europa è comunque sintomo di cambiamento – seppur probabilmente dettato da istinti più irrazionali ed emotivi – di qualcosa percepito come malfunzionante e non immutabile. Una sorta di maturità democratica e sovversiva, nel suo stretto significato etimologico, che l’Italia invece non ha mai sviluppato e che – ahimè – non svilupperà mai.

La sinistra non c’è più perché si è messa a scimmiottare la destra.
L’ha già scritto Nick Cohen ad esempio, così come decine di altri commentatori. Quindi non ci inventiamo niente. Resta lì in bella mostra soltanto il dato che l’Italia ha dato l’ultimo calcio definitivo ad un movimento di emancipazione sociale e culturale, di rivolta razionale ed in qualche modo di speranza. Perché semplicemente, non c’è più.

Quella che una volta era la classe operaia ora ha deciso, probabilmente a ragione, di concedersi anima e corpo alla Lega. Perché è lì, sul territorio, vicino casa e soprattutto parla lo stesso linguaggio che parla l’operaio. Schietto, rude e passionale. Come dice anche Sartori, commettere l’errore di bollare la Lega come movimento passeggero e di destra sarebbe, oltre che ingenuo, anche controproducente. Come infatti è successo.

Così come va sottolineato come buona parte dell’“intellighenzia” nostrana si trovi ad aderire, se non a partecipare attivamente, ad un movimento come l’Italia dei Valori che è – comunque la si veda – conservatore sin dal nome. Ma è tutto quello che ci rimane, finché i Democratici non si decidono a fare i Democratici per davvero.

E’ un bene quindi che come contraltare ai vari Mastella, De Mita, Bonsignore, Borghezio ci possiamo fidare ed affidare a persone come De Magistris, Sonia Alfano, Orlando, Vattimo. Peccato per Tranfaglia e Vulpio. Così come, va detto, anche della Borsellino, di Crocetta o anche della giovane Serracchiani, perlomeno fino a che non marcisca anche lei tra le maglie della politica decisa nei salotti privati.

Nel Parlamento Europeo queste persone non hanno alcun potere di governo ed influiscono molto relativamente sulla politica interna. Ma resta ugualmente un bene, anche fosse soltanto d’immagine, che la nostra rappresentanza di europea non sia composta solo da delinquenti. Perché in fondo siamo ancora lì, fermi impalati a quella “questione morale” che una volta fu vessillo quasi esclusivo della Sinistra – ma anche missino in parte minore – e che ora è rimasta orfana sia da una parte che dall’altra. Finché non risolveremo questa, possiamo continuare ancora a giocare alla destra e alla sinistra, ma continueremo a far decidere i pochi per i molti.

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.