I due mesi che sconvolsero la Lombardia – Il Post

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 5 Maggio 2020

Il primo caso di contagio da coronavirus in Italia venne identificato all’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi, lo scorso 20 febbraio. Nel giro di due settimane l’intero paese venne sottoposto a misure di quarantena tra le più dure adottate fuori dalla Cina. Oggi, dopo due mesi di fatiche, sacrifici e morti e con la fase più acuta dell’emergenza alle spalle, sempre più persone iniziano a chiedere risposte su quanto è accaduto. Decine di migliaia di figli e nipoti che non hanno potuto salutare i loro parenti, morti nei reparti di terapia intensiva, nella propria abitazione o in una casa di cura, si domandano se sia stato fatto tutto il possibile per salvarli. Da nessuna parte queste domande sono così pressanti come in Lombardia, la regione più ricca del paese, la più popolosa e quella che è stata colpita per prima e più duramente dall’epidemia.

Ognuna delle storie di questa grande tragedia nazionale merita di essere raccontata, ma la Lombardia più delle altre. In Lombardia oltre 14 mila persone sono morte a causa del coronavirus, un numero soltanto parziale e certamente inferiore al dato reale. Sopraffatte dalla violenza del contagio, le autorità sanitarie non sono riuscite nemmeno a tenere un conto esatto del numero dei decessi causati dal virus, né a gestire i corpi. Le immagini dei convogli militari che trasportavano le salme fuori della regione per essere cremate sono diventate un simbolo eloquente di come la pandemia in Lombardia abbia travolto tutto.

Il Post ha parlato con decine di medici, infermieri, politici, virologi, esperti e persone comuni per fornire una prima ricostruzione di quanto sia accaduto in Lombardia, dalla preparazione per far fronte alla pandemia fino al culmine della crisi. È un quadro necessariamente parziale e incompleto, ma è un primo necessario passaggio per ricostruire un evento le cui conseguenze ci porteremo dietro a lungo.

 

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.