Copyright, ecco cosa ha votato il Parlamento Ue e perché non è una «censura» – Il Sole 24 ORE
di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 27 Marzo 2019
La proposta di riforma del copyright che l’Europarlamento ha approvato mercoledì 12 settembre – dopo averne discusso per due anni – tutela i contenuti sul web. Quelli giornalistici soprattutto ma anche di tutti coloro che producono a vario titolo contenuti e vengono intercettati e rilanciati dalle grandi piattaforme web, Google, Youtube, Facebook per fare i nomi più importanti. Il testo votato oggi alla plenaria di Strasburgo apporta alcune modifiche importanti alla proposta della commissione affari giuridici di luglio (quando invece il testo, più duro, è stato respinto).
La proposta approvata oggi non è comunque il testo finale perché questo verrà definito solo al termine dei negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue che cominceranno nelle prossime settimane.
1. Le grandi compagnie web dovrebbero condividere i loro ricavi con artisti e giornalisti. I creativi, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori e giornalisti, devono essere remunerati per il loro lavoro quando questo è utilizzato da piattaforme di condivisione come YouTube o Facebook e aggregatori di notizie come Google News.
I giganti web sono responsabili
La posizione del Parlamento rafforza la proposta della Commissione europea in materia di responsabilità delle piattaforme e degli aggregatori riguardo alle violazioni del diritto d’autore. Questo vale anche per i cosiddetti snippet, dove viene visualizzata solo una piccola parte del testo di un editore di notizie. In pratica, questa responsabilità imporrebbe ai giganti web di remunerare chi detiene i diritti sul materiale, protetto da copyright, che mettono a disposizione.
Continua a leggere: Copyright, ecco cosa ha votato il Parlamento Ue e perché non è una «censura» – Il Sole 24 ORE