Bitcoin e criptovalute: nonostante le difficoltà cresce la fiducia

di SKA su ControInformazione, Notizie Commentate il 22 Maggio 2018, 17:27

Quale sarà il destino delle criptomonete in futuro? Molto spesso, quando si affronta la questione, si fa l’errore di pensare solo ed esclusivamente al bitcoin in questo ambito. In realtà, tra i due termini passa la stessa differenza che c’è tra una pizza ed una pizza margherita. Le criptovalute sono tutti quei sistemi monetari che utilizzano un codice crittografico. Il bitcoin è stato il primo esempio assoluto di criptomoneta. La distinzione è doverosa per poter rispondere alla domanda posta sopra.

Le critiche ai bitcoin

Verso i bitcoin, la critica non ha mai avuto occhi di riguardo. I suoi detrattori sono stati sempre maggiori degli estimatori. Ultimamente, da quando la creatura di Nakamoto ha raggiunto una certa stabilità finanziaria, il «terreno di caccia» si è spostato dalla volatilità al consumo eccessivo di energia elettrica. Il New York Times, citando l’economista Alex de Vries e la società Morgan Stanley, ha affermato che «l’energia consumata per ottenere ogni bitcoin è pari a quella usata in due anni da una famiglia americana media». O, per vederla più in grande, «il totale dei computer che fanno parte del sistema Bitc consuma in un giorno la stessa energia di una nazione di media grandezza». Il già citato De Vries ha anche affermato che il problema energetico non è legato solo alla fase estrattiva ma anche alle singole operazioni dei bitcoin. Queste ultime arriverebbero a consumare l’elettricità necessaria per fare 80mila transazioni con carte Visa.

Questa argomentazione ha forse più presa tra gli indecisi, di quella legata alla eccessiva volatilità e scarsa affidabilità finanziaria della creatura di Nakamoto. Al problema energetico sono connessi altri due aspetti che vanno considerati: l’eccessiva difficoltà di estrazione dei blocchi e le fee (ovvero. le tasse) che diventano via via più costose. Se a queste aggiungiamo la lentezza nelle transazioni, non si può non affermare che bitcoin deve risolvere un bel po’ di problemi per poter conquistarsi il suo «posto in paradiso».

L’alternativa più credibile ai bitcoin

I «bug» di bitcoin, non devono far pensare ad un fallimento totale delle criptovalute. Dopo la sua nascita, infatti, sono «venuti al mondo», numerosi altcoin, alcuni dei quali hanno cercato di risolvere i problemi legati alla «criptovaluta madre». Ciò che è bene sottolineare è che lo stesso mercato, con il passare del tempo, si è dimostrato sempre più possibilista nei confronti di una «convivenza economica» con queste nuove forme finanziarie.

Da questo punto di vista, la criptovaluta che sta avendo maggior successo è Litecoin. Si tratta di una rete di pagamento open source decentralizzata che offre dei tempi di conferma delle transazioni molto più rapidi e con una migliore efficienza di archiviazione delle transazioni rispetto a bitcoin. Inoltre, ha fees minori rispetto a quelle di Bitcoin. Parliamo di pochi centesimi, rispetto agli attuali 20-40 dollari per transazione della criptovaluta più famosa. La caratteristica più importante, però, è un’altra: l’algoritmo di Litecoin dovrebbe infatti impedire la formazione di grosse mining pool che finirebbero di fatto per tenere in ostaggio la criptovaluta.

Quella della «democratizzazione» dei Bitcoin è un altro tasto dolente. Proprio per la complessità della sua fase estrattiva, sono in molti ad attaccare quest’ultimo puntando sul fatto che sia andato contro i suoi stessi principi. Attualmente, infatti, circa mille persone possiedono il 40% dei Bitcoin esistenti e il misterioso inventore, Satoshi Nakamoto, possiede da solo il 6% del circolante.

Via alle trattative

 Al di là dei dubbi legati al suo futuro, va, però, detto che sono sempre di più le operazioni finanziarie che vengono compiute mediante bitcoin. In Turchia, lo scorso gennaio, si è assistito anche al primo calciatore acquistato con la criptovaluta di Nakamoto. Il giocatore in questione è Omer Faruk Kiroglu, ed è passato al Harunustaspor, che milita nella settima divisione del calcio turco per poco meno di mille euro. Per avere Kiroglu, infatti, il club in questione ha depositato 500 euro in contanti più 0,0524 Bitcoin (circa 440 euro al cambio odierno).

In Italia, lo scorso anno, il gruppo Immobiliare Barletta ha annunciato la possibilità di acquistare in bitcoin uno dei 123 appartamenti facenti parte di un edificio riqualificato nel quartiere San Lorenzo a Roma.  Da notare che, in entrambi i casi citati, non è stato assicurato uno dei capisaldi della criptovalutta, ovvero l’anonimato delle transazioni.

Dunque, nonostante le difficoltà, la fiducia nei bitcoin continua a crescere, così come quella nei suoi alter ego. Quindi, per rispondere alla domanda di inizio articolo, sembra proprio che le criptovalute siano destinate a diventare una forma sempre più diffusa di transazione finanziaria.

Sorgente: Criptomag – Il primo sito italiano su bitcoin e criptovalute

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La mafia colpisce tutto l’anno e spesso gli obiettivi sono i giornalisti. Alcuni dati – datajournalism.it

di SKA su Antimafia, Cose dette da altri il 27 Aprile 2018, 10:43

Dal 2006, e quindi negli ultimi 12 anni, sono oltre 3000 i giornalisti italiani che hanno subito aggressioni a vario titolo o che sono stati fortemente ostacolati nel proprio lavoro.

“L’elenco delle aggressioni, in gran parte di stampo mafioso, ai giornalisti italiani fa impallidire. E solo nel 2018, le nuove minacce e aggressioni denunciate sono già oltre 76.

I dati sono quelli del monitoraggio iniziato molti anni fa dall’Osservatorio Ossigeno per l’informazione gestito dalla Federazione Nazionale della Stampa assieme all’Ordine dei Giornalisti e diventato nel 2014 organo consulente della Commissione parlamentare antimafia e dell’OSCE.

E questi dati sono piuttosto eloquenti. Dal 2006, e quindi negli ultimi 12 anni, sono oltre 3000 i giornalisti italiani che hanno subito aggressioni a vario titolo o che sono stati fortemente ostacolati nel proprio lavoro.

I dati si riferiscono sia direttamente all’azione di associazioni mafiose e criminali sia a tutte quelle situazioni in cui i poteri politici, gli amministratori locali ma anche singoli privati cittadini talvolta operano anche attraverso strumenti di giustizia, come le querele o addirittura gli annunci di querele, le citazioni in giudizio con richieste enormi di danni economici fatte con l’unico obiettivo di fermare il lavoro dei giornalisti ed evitare che vengano a galla situazioni di abuso, truffa, utilizzo scorretto o addirittura illegale di fondi pubblici, gravi reati ambientali e via dicendo.”

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Sorgente: La mafia colpisce tutto l’anno e spesso gli obiettivi sono i giornalisti. Alcuni dati – datajournalism.it

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Così l’Imperatore Davide Casaleggio controlla il Movimento 5 Stelle

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 26 Aprile 2018, 08:33

L’Imperatore per diritto dinastico non siede mai. Resta in piedi, nella penombra, appoggiato al muro al lato della platea delle Officine H di Ivrea, per l’intera durata dell’evento in memoria del padre, riceve la fiumana di gente che viene a rendergli omaggio. Pochi alla volta, ma per ore. Attivisti, amici, conoscenti, bambini, lobbisti, parlamentari. I più timidi approfittano del fatto che si trova lungo la traiettoria verso la toilette: andavo innocentemente in bagno e ops, ecco mi trovo davanti Davide Casaleggio, che sorpresa. Come folgorati sulla via di Damasco, comunicatori e piccoli imprenditori si alzano di scatto dalla poltroncina, startupper emergono dalla folla, inventori scartano di lato, si avvicinano e fanno il loro numero. C’è chi giunge le mani in segno di preghiera («dieci secondi soltanto»), chi consegna chiavette, biglietti da visita, raccomandazioni («con questi dovete parlarci»), strette di mano. Matteo si raccomanda per il suo caso personale, Giovanna vuol «ringraziare per tutto questo».

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http://m.espresso.repubblica.it/palazzo/2018/04/13/news/l-imperatore-davide-casaleggio-1.320564?ref=HEF_RULLO

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Pronostici e consigli utili per le scommesse sportive invadono il web, ecco perché sono così richiesti.

di SKA su Notizie Commentate il 24 Aprile 2018, 15:47

Tra gli amanti delle scommesse sportive negli ultimi anni è consuetudine andare a sbirciare qualche sito che tratta l’argomento pronostici per trovare consigli utili per le loro scommesse. Un tempo i pronostici erano poco affidabili ed erano più di nicchia perché distribuiti su carta stampata e li conoscevano in pochi. Grazie ad internet oggi invece hanno conosciuto la giusta popolarità a ricompensa del lavoro fatto dagli esperite per fornire pronostici e informazioni sugli incontri. Ci sono tanti siti di pronostici in rete come ad esempio Magodelpronostico che forniscono i pronostici del giorno e tanti consigli per scommesse, ma solo alcuni sono professionali e affidabili perché per poter stilare pronostici bisogna avere una buona esperienza sia nel leggere gli incontri che nel trovare le informazioni che servono.

Per trovare  tutte le informazioni che si trovano su questi siti a monte c’è un gran lavoro di ricerca da parte degli esperti che attraverso diverse fonti raccolgono tantissime informazioni e le mettono a disposizione dei lettori, solitamente divise in apposite sezioni in base ai diversi campionati così che sia anche facile per i lettori trovare i pronostici a cui sono interessati senza dover girare in rete su diversi siti con tutte le difficoltà per la consultazione di più siti contemporaneamente oltre che dover perdere parecchio tempo in queste operazioni, invece così gli viene semplificata la vita e questo è stato molto apprezzato da tantissimi giocatori.

Sono infatti tantissimi coloro i quali prima di giocare una schedina consultano questi siti anche perché i tipster che gestiscono questi portali oltre a mettere a disposizione la loro esperienza ha insegnato ai meno esperti cosa dover valutare prima dio formulare un pronostico così da essere consapevoli delle giocate fatte e questo ha portato ad un aumento delle vincite da parte dei giocatori che si sono ben presto accori di cosa voglia dire approcciarsi alle scommesse sportive in maniera superficiale e quindi partendo già da perdenti oppure porsi in modo serio e professionale così da poter sperare in qualche vincita.

Il gioco online in Italia è in continua crescita sotto ogni punto di vista, infatti giocatori non chiedono più solo le scommesse nella  sua formula classica, ma anche i giochi da casino proposti da ormai tutti gli operatori  perché oggi i casino online hanno tutti i giochi casino come in quelli terrestri come le slot machines, la roulette on line, il black jack online e i video poker molto amato dai giocatori soprattutto online che possono trovare tantissimi titoli e giochi come nei veri casino così che siano completi e possano soddisfare tutte le esigenze dei suoi utenti e questo ha fatto sì che il gioco in generale conoscesse un successo senza precedenti.

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Facebook e la scomparsa del Sé | Doppiozero

di SKA su Cose dette da altri il 24 Aprile 2018, 15:45

“Su Facebook, la nostra comunicazione è valutata come pubblicità online – quanti click hai generato? Questo ci spinge a far sembrare ciò che diciamo su Facebook un discorso pubblicitario. E se il modo in cui parliamo di noi stessi è, in larga misura, ciò che pensiamo di essere, questo non è di buon auspicio per la dignità umana”.

Per lungo tempo, ben oltre ogni ragionevolezza, sono stato una di quelle persone che non volevano un cellulare. Romanticizzavo l’idea della totale scomparsa e, visto che la tecnologia mi aveva lasciato indietro, avrei potuto assumere una forma di vita non mediata. Dichiaravo la mia paura di essere troppo facilmente raggiungibile. Ma, molto più probabilmente, ero spaventato dal fatto che avere con me un telefono cellulare avrebbe fornito una continua evidenza che in realtà nessuno voleva chiamarmi, che ero già scomparso e nemmeno lo sapevo.

Continuavo a menarla alla grande con il mio timore di dover ignorare certe chiamate e di far presumere alla persona che stavo chiamando che volessi deliberatamente ignorarla. Forse avrebbero pensato che avevo una buona ragione; forse avrebbero pensato, come faccio spesso io stesso, che sono uno stronzo autoreferenziale. Ma la spiegazione neutra e opportuna che “non ero in casa” non avrebbe più potuto sussistere, né avrebbe potuto essere pronta per mitigare la fallita connessione.

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Trattativa Stato-mafia, condannati Mori, De Donno, Dell’Utri e Bagarella. Assolto Mancino – Repubblica.it

di SKA su Antimafia il 20 Aprile 2018, 17:51

La sentenza della corte d’assise di Palermo dopo 5 anni di processo. I giudici accolgono la ricostruzione della procura sulla stagione del 1992-1993.

“Condannati gli uomini delle istituzioni e i mafiosi per la trattativa Stato-mafia. Dodici anni per gli ex generali Mario Mori e Antonio Subranni, dodici anni per l’ex senatore Marcello Dell’Utri, 8 anni per per l’ex colonnello Giuseppe De Donno. Ventotto anni per il boss Leoluca Bagarella. Assolto l’ex ministro Nicola Mancino. Massimo Ciancimino, il supertestimone del processo, condannato a 8 anni per calunnia, assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E’ scattata la prescrizione per il pentito Giovanni Brusca.

Dopo 5 anni e 6 mesi di processo, 5 giorni di camera di consiglio, ecco il verdetto della Corte d’assise di Palermo presieduta da Alfredo Montalto (giudice a latere Stefania Brambille) nel processo chiamato a indagare sulla terribile stagione del 1992-1993, insanguinata dalle stragi Falcone e Borsellino e poi dagli attentati di Roma, Milano e Firenze. All’ex ministro Mancino era stata contestata la falsa testimonianza; agli altri uomini delle istituzioni, il reato di concorso in minaccia a un corpo politico dello Stato, minaccia lanciata dai mafiosi con le bombe. (…) Le motivazioni della sentenza arriveranno fra novanta giorni”.

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Il Forex ai tempi dei social

di SKA su Notizie Commentate il 13 Aprile 2018, 10:59

Non bisogna essere investitori o grandi uomini d’affari per capire che Investire nello scambio di valute possa generare profitti altissimi.

Questa attività prende il nome di Forex, che sta per Foreign Exchange Market, ovvero, scambio di valute sui mercati esteri.

Si ma, cos è il forex? Il forex e’ proprio l’investimento sugli scambi delle monete mondiali. Euro/Dollaro, Sterlina/Yen, ecc…

Ogni giorno, continuamente, il valore delle valute cambia. Questo cambiamento continuo e dinamico e’ influenzato da innumerevoli fattori. Dall’ andamento dei mercati (domanda/offerta), dai grandi annunci economici, dalle catastrofi naturali, dai periodi festivi, dagli eventi politici, ecc..

Investire da casa

Fino alla fine degli anni ’90, chiunque volesse cimentarsi con questo tipo di business, poteva farlo solo attraverso le banche o attraverso compagnie di brokers piu’ o meno affidabili.

La grande rivoluzione fu portare il forex nelle case della gente attraverso internet. Questo creò un vero e proprio boom.

Non c’era sito o forum che non parlasse del grande fenomeno del forex e di come si potesse realmente guadagnare.

All’ epoca le informazioni non erano cosi’ veloci ed immediate come oggi. Se qualcuno veniva raggirato o truffato da qualche broker disonesto, era difficile farlo sapere. Prima che la notizia iniziasse a girare, occorreva molto tempo.

Questo ha contribuito alla perdita di interesse da parte delle persone riguardo a questo tipo di opportunita’ di guadagno. Un vero peccato, perche’ resta sempre uno sei piu’ validi e stabili.

Oggi, grazie alla rivoluzione dei social networks, operare in modo disonesto e poco pulito diventa subito di domino pubblico e il giochino dura poco.

Questo ha permesso alle persone di potersi orientare meglio e scegliere il broker forex piu’ onesto. Nella rete, il feedback e’ immediato e diretto. Se un broker non paga o non supporta, o non opera bene, viene immeditamente demolito.

Ecco perché oggi, paradossalmente è più facile trovare un broker corretto per operare con il forex.

Il primo passo è la chiave

Quindi, il consiglio è questo: quando cercate un broker per iniziare a muovere I primi passi negli investimenti online, prima di farvi attirare dalle pubblicità o dalla faccia di qualche campione dell sport, cercate sempre gruppi su Facebook che aggregano persone la quali hanno avuto a che fare con il broker in questione.

Leggete, documentatevi, accrescete la vostra conoscenza, perché grazie alla rete e, soprattutto, alle opinioni della gente, potreste evitare di affidare I vostri risparmi nelle mani sbagliate.

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Ma davvero Cambridge Analytica ha manipolato il voto usando i dati online degli utenti? – Valigia Blu

di SKA su Cose dette da altri il 6 Aprile 2018, 14:15

I metodi di Cambridge Analytica rappresentano una minaccia per la democrazia? Quanto sono stati efficaci i messaggi personalizzati sulla base delle caratteristiche di personalità, che qualcuno ha definito i “demoni interni” dell’elettorato americano? C’è il rischio di una manipolazione di massa dell’elettorato da parte di agenzie di comunicazione politica?

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Smettere di giocare: da Totti a Buffon

di SKA su Notizie Commentate il 23 Febbraio 2018, 15:59

Dire addio alla propria passione, dopo anni di ‘’onorata carriera’’, è difficile per tutti. In particolar modo per chi – durante questa carriera – ha raggiunto traguardi importantissimi. Non a caso i grandi campioni fanno sempre fatica a dire basta al calcio giocato.

Ultimo esempio è quello di Francesco Totti, icona della Roma e idolo indiscusso della tifoseria giallorossa. La sua ultima gara con la maglia della Roma l’ha giocata il 28 maggio 2017, nel match dell’Olimpico contro il Genoa. Una partita che passerà alla storia come una delle più commoventi della storia del calcio. Una città intera ferma, paralizzata, ad ammirare le ultime giocate del Pupone su quel campo dove ha conquistato lo scudetto più sofferto e sentito. Per l’occasione la Roma chiese ed ottenne l’anticipo della partita in modo da poter dedicare la sera ai festeggiamenti d’addio. Dopo l’addio al calcio giocato Francesco Totti ha continuato la sua carriera nella Roma, ma questa volte nelle vesti di dirigente. Una scelta difficile per chi ha dato tanto alla Roma e al calcio in generale, ma che ha ricevuto importanti riconoscimenti, arrivando a vincere il Mondiale in Germania nel 2006 sotto la guida di Marcello Lippi.

Gigi Buffon

Dopo Francesco Totti, toccherà a lui. Gigi Buffon, capitano della Juventus e della Nazionale italiana di calcio. Uno dei portieri più forti della storia del calcio, se non il più forte in assoluto. Il portierone bianconero sta vivendo una stagione altalenante dal punto di vista delle presenze, anche a causa dei diversi acciacchi fisici che lo hanno costretto a cedere il posto tra i pali lungo la stagione.

La sua voglia di continuare a giocare ed a stupire tutti, però, supera ogni difficoltà. L’ex portiere del Parma, infatti, punta al rinnovo con la società bianconera. La società ci sta pensando perchè ad uno come Gigi Buffon non si può dire di no, anche alla soglia dei 40 anni. Se dovesse rinnovare con la Juventus per un altro anno Gigi Buffon potrebbe puntare al record di presenze in Serie A, detenuto dalla bandiera milanista Paolo Maldini. Dinanzi ad un talento di tale portata, però, nessun record mancato o centrato potrebbe scalfirne l’importanza per l’intero movimento calcistico italiano e mondiale.

Se Buffon sta pensando di rinnovare per un altro anno il motivo è da ricercare nel fatto che chi gioca in una squadra che aspira a vincere sempre tutto è difficile smettere perchè il professionista è sempre spinto a fare meglio. E la Juve degli ultimi anni, quote di www.skybet.it alla mano, è senz’altro la squadra favorita a vincere ogni anno Serie A e tra le più accreditate della Champions League. Non ci sarà da meravigliarsi, dunque, se il prossimo anno ci ritroveremo ancora a raccontare le gesta di uno dei portieri più amati della storia del calcio italiano. Un atleta che ha ispirato centinaia di giovani, spronandoli a fare sempre meglio per raggiungere traguardi importantissimi come la vittoria del Mondiale in Germania nel 2006, insieme all’altro mito, Francesco Totti.

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Non ci sono italiani nei manifesti “Prima gli italiani” di Salvini – The Vision

di SKA su Cose dette da altri il 21 Febbraio 2018, 22:58

I manifesti elettorali di Matteo Salvini per la campagna #primagliitaliani non contengono italiani, ma modelli dell’Europa dell’Est

Nei manifesti di Salvini in cui viene annunciata la grande manifestazione di sabato, chiamata, appunto “Prima gli italiani”, infatti, non ci sono italiani. Le persone raffigurate non sono militanti della Lega, o coppie qualsiasi di italiani, ma modelli stranieri di agenzie straniere che vendono immagini in stock.

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Guida minima ai conflitti d’interesse di Claudio Baglioni a Sanremo

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 13 Febbraio 2018, 14:01

Passate tutte le lucine ed il circo mediatico, chiuso il sipario e – vivaddio – il costante rumore di fondo sui social, possiamo considerare chiusa la questione Sanremo? No.

Ogni anno mi stupisco sempre di come, anche negli ambienti “altri”, non si punti mai l’attenzione sugli scopi principali della kermesse, di come venga costruito lo spettacolo e di come vengano scelti i “concorrenti”.
La manifestazione altro non è che un volano industriale appannàggio di pochi e a discapito di molti, in cui la musica – intesa come produzione artistica – è una questione collaterale ed assolutamente secondaria. Ma questa è una banalità qualunquista, se non ci aggiungiamo un po’ di ciccia concreta.

Per cui provate e proviamo ad osservarla per quello che è: un gigantesco spot pubblicitario in favore di pochissimi artisti/interpreti, 3 case discografiche – di cui la Sony la fa da padrone – ed un’unica agenzia di promozione: la F&P. Tra concorrenti ed ospiti siamo oltre i 20 artisti promossi durante le serate, come fosse una festa privata.
Provate ad andare sul sito fepgroup.it e già da tutti i banner in home page sembrerà di stare sul sito Rai dedicato a Sanremo.

Quest’anno il tutto è stato solamente aggravato dall’evidente e palese conflitto d’interessi del direttore artistico – ovviamente artista di punta di F&P – che ha cantato e fatto cantare i suoi pezzi – a partire dalla sigla – per 5 giorni di fila, in prima serata televisiva nazionale, con tutto quello che ne consegue quindi in termini di diritti d’autore e SIAE. Facendo contemporaneamente da chaperon sul palco ai suoi colleghi di agenzia.

E noi invece, quaggiù, a parlare di stronzate.
L’unica cosa che possiamo fare come forma di resistenza è continuare a promuovere e proporre tutti gli altri che non hanno neanche un centesimo di quella visibilità, ma che fanno della bellezza una loro medaglia al valore.

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I pronostici della rete spopolano tra gli scommettitori ecco come scovare i migliori

di SKA su Notizie Commentate il 29 Novembre 2017, 19:04

Da qualche anno a questa parte abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione del fenomeno scommesse sportive e pronostici in rete.  Se un tempo si poteva giocare solo in sale scommesse ora invece grazie all’evoluzione della tecnologia e la facilità di connessione alla rete è possibile giocare online da qualsiasi luogo e in qualsiasi orario e questo ha fatto si che la passione per questo gioco aumentasse a dismisura.

Da quando si parla di scommesse sportive si parla di pronostici ed anche questi hanno subito un evoluzione grandissima ed anche loro corrono in rete. Ci sono molti siti che trattano di pronostici come ad esempio www.bonusvip.it che ogni giorno offrono pronostici scommesse e forniscono tutti gli strumenti di cui ha bisogno uno scommettitore compresi  bonus scommesse comparazione quote e molto altro. I pronostici vengono redatti da esperti del settore ed attraverso analisi dettagliate di ogni singolo incontro sono in grado di fornire i loro pronostici che anche se non condivisi completamente sono un ottimo spunto di partenza e di confronto prima di effettuare le proprie giocate.

Le analisi partono da uno sguardo all’aspetto statistico con analisi degli ultimi risultati, scontri diretti, posizione in classifica per poi passare all’analisi tecnica dell’incontro vagliando probabili formazioni, squalificati, infortunati così da avere un quadro il più completo possibile sull’incontro dare il proprio pronostico il più affidabile possibile. Questi portali di pronostici vengono così apprezzati dai giocatori sia inesperti che più esperti perché mettono a loro disposizione tutte le informazioni necessarie per formulare il proprio pronostico in unica pagina e facendo evitare la ricerca su diversi siti oltre che fornire gratuitamente altri servizi come ad esempio il confronto tra le quote dei diversi siti di gioco così da giocare sempre sul sito che ci garantisce la vincita più alta.

Questi portali di pronostici anche se non hanno la sfera di cristallo per prevedere il futuro sono un ottima base di partenza e e spunto di riflessione per le proprie giocate così da effettuare solo giocate consapevoli e non affidate al caso e mantenere alta la passione verso questo gioco.

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Contro la disinformazione l’unica vera arma è il pensiero critico – Valigia Blu

di SKA su ControInformazione, Cose dette da altri il 2 Novembre 2017, 13:08

L’alfabetizzazione ai media e i progetti nelle scuole.

«La sfida è che i ragazzi diventino “cacciatori di bufale”, detective del web, in grado di capire, sempre, se una notizia è vera o è falsa, se un post su Facebook è semplicemente un post o invece una menzogna. Perché la Rete è una prateria dove spesso il più forte prevale. Per questo credo fortemente nell’educazione civica digitale e quindi nel progetto #BastaBufale rivolto ai giovani, che presenteremo domani insieme alla ministra Fedeli».

Non ha dubbi il presidente della Camera, Laura Boldrini, nell’illustrare in un’intervista a Repubblica il progetto #BastaBufale, programma di alfabetizzazione alle notizie, presentato però, come manifesto che vede nel web “una prateria dove spesso il più forte prevale”. Con pochi giri di parole, una giungla. L’iniziativa riguarderà 8mila istituti e poco più di 4 milioni di studenti che, secondo quanto descritto da un decalogo in 8 punti (gli ultimi due arriveranno dopo il coinvolgimento delle scuole attraverso una piattaforma online di prossima apertura, scrive Corrado Zunino su Repubblica), dovranno utilizzare gli strumenti, che questo luogo inospitale (Internet) mette a disposizione, per “cacciare le bufale”, le fake news, “gocce di veleno nella nostra quotidiana dose di web che infettano senza nemmeno accorgercene”, come aveva detto il presidente Boldrini al New York Times.

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Andare negli Stati Uniti: l’autorizzazione ESTA

di SKA su ControInformazione il 12 Ottobre 2017, 08:05

Nei giorni precedenti alla scrittura di questo articolo ho avuto il piacere di scambiare qualche email con un lettore di vecchia data – Paolo – che ha letto con interesse il post in cui si parlava di Canada e le loro autorizzazioni di viaggio. Abbiamo scoperto una – inevitabile – passione comune per il Nordamerica tutto ed in uno degli scambi mi chiedeva: ma anche per andare negli Stati Uniti ci sono le stesse regole?

Negli Stati Uniti il processo è leggermente diverso, anche qua distinto tra viaggiatori ed immigranti – poi lo vediamo – ma assolutamente abbordabile per chiunque. Se stai pensando di andare negli Stati Uniti nel prossimo futuro, per un viaggio turistico, un viaggio di nozze, un colloquio conoscitivo d’affari o comunque con una permanenza breve e non lavorativa è bene continuare a leggere.

Cosa ti serve: ESTA
Innanzitutto serve il permesso ESTA, che sta per “Electronic System for Travel Authorization” ossia un’Autorizzazione al Viaggio elettornica. ESTA si tratta di un sistema automatizzato che viene utilizzato per verificare se i viaggiatori sono idonei o meno per andare negli Stati Uniti. Rappresenta il documento finale che viene rilasciato al seguito di un processo elettronico che consente di richiedere autorizzazione di ingresso negli USA attraverso Internet a tutti i cittadini che fanno parte del Visa Waiver Program (VWP).

ESTA è un livello di sicurezza ulteriore che consente a che permette al Dipartimento di Sicurezza Nazionale (Department of Homeland Security – DHS) di determinare se un individuo, prima del suo arrivo negli Stati Uniti, è idoneo all’ingresso nel Paese e se può rappresentare un rischio per la sicurezza.

Il VWP invece non è altro che un programma di Viaggio senza Visto dedicato ai cittadini di 38 paesi aderenti (tra cui l’Italia) e consente di andare negli USA senza il bisogno di un Visto non-immigranti.
Molto importante: il programma ESTA è diventato obbligatorio dal 12 gennaio 2009 e da questa data per tutti i cittadini appartenenti alle nazioni aderenti al VWP è necessario ottenere un’autorizzazione di viaggio ESTA prima di imbarcarsi per gli Stati Uniti. Nota bene: se pensate di partire nelle prossime settimane o mesi, avvantaggiatevi, meglio farlo con largo anticipo.

Differenze tra Visto USA e ESTA
C’è da fare una doverosa precisazione e distinzione: ESTA non è un Visto (nonostante venga comunemente anche chiamato Visto ESTA) in quanto non è in linea con i requisiti di un Visto USA regolare. ESTA però ci offre la possibilità – come abbiamo già detto – di volare verso gli Stati Uniti pur non avendo bisogno di un visto USA.

Alcuni casi esemplificativi che parlano da soli:
Viaggi negli USA per motivi di lavoro: devi richiedere un Visto USA tradizionale (visto per non immigranti)
Vuoi emigrare negli USA: anche qua dovrai richiedere un Visto USA standard (visto per immigranti)
Vai in Vacanza negli Stati Uniti e la tua nazione fa parte del VWP: devi richiedere ESTA

Se hai già un Visto – per lavoro, ad esempio – : non sei tenuto a fare richiesta dell autorizzazione ESTA. Potrai accedere negli USA in base alle condizioni presente sul tuo Visto.

Come ottenere l’autorizzazione ESTA
Presentare una domanda ESTA è un procedura molto semplice e si effettua compilando apposito modulo online attraverso agenzie autorizzate, come ad esempio https://application-esta.us/application

Si deve accedere al sito web in cui ci si ritrova direttamente nella versione in italiano e compilare tutti i campi direttamente on line. Se non si può o non si riesce può farlo tranquillamente qualcun altro al posto tuo, sia un parente, un amico o direttamente il vostro tour operator se state effettuando un viaggio organizzato. Bisogna indicare i soliti dati di base (nome, data di nascita, cittadinanza) con in più i dati del passaporto e recapiti di contatto. Andranno fornite anche indicazioni relative al viaggio: numero di volo e compagnia, città di partenza e indirizzo di alloggio negli Stati Uniti (l’albergo, la struttura ricettiva, casa della zia Maggie).
Verranno richieste anche stato di salute ed eventuali condanne penali (bisogna anche spiegare perché queste due informazioni sono fondamentali?).

L’autorizzazione ESTA è a pagamento, dal settembre 2010: costa 14 dollari e deve essere effettuata tramite carta di credito.

Validità dell’autorizzazione ESTA
ESTA è valida per 2 anni a partire dalla data di concessione, oppure fino alla naturale scadenza del passaporto (o revoca per altri motivi). Da quel momento si può entrare negli USA per viaggi illimitati senza richiedere ulteriori autorizzazioni ESTA: ogni singolo soggiorno non può però essere superiore a 90 giorni di permanenza.

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Italia prima in europa per il gioco d’azzardo

di Camerata Stizza su Notizie Commentate il 4 Ottobre 2017, 23:59

Se l’Italia non può purtroppo vantare alcun primato nei settori occupazionali e di welfare sociale, vanta purtroppo un primato europeo tra i meno ambiti: abbiamo una slot machine ogni 143 abitanti, he è quasi la metà di altri paesi come la Spagna (245) o la Germania (261).
Si tratta di un report uscito proprio in questi giorni rilasciato da Osserva Italia, un’iniziativa de La Repubblica Affari&Finanza in collaborazione con Conad e Nielsen.
Ne abbiamo parlato spesso, purtroppo, in Italia un settore che tira tantissimo è quello del gioco d’azzardo, tanto che nel solo 2016 il gettito raccolto si aggira attorno ai 96 miliardi di euro ripartiti tra slot da intrattenimento (26,3 miliardi), videolotterie (23,1), giochi di carte (16), lotto (8) e pronostici sportivi (7,5). Tutto il resto viene ripartito tra le sempre minori scommesse ippiche, virtuali, bingo e giochi a totalizzatore (es. Superenalotto).

Le slot machine da intrattenimento e le videolottery sono attualmente le tipologie che, da sole, raccolgono il 51% da gioco d’azzardo; seguono i giochi di carte (17%), le lotterie e il gratta e vinci (9%), il lotto (8%) ed a seguire le altre attività.

I numeri delle sale fisiche attive: 206 sale bingo, 1.333 punti per effettuare scommesse sportive, 3.160 per le scommesse ippiche, 5 mila sale videolottery, 33.800 luoghi per giochi a totalizzatore, 34 mila ricevitorie del lotto, 63 mila punti di vendita per le lotterie, 85 mila esercizi commerciali con slot. E i tantissimi siti Internet di scommesse online e Siti casino gratis per vincere soldi veri, molti dei quali sono stati inibiti dopo la stretta dell’AAMS. Va sempre verificata l’effettiva autorizzazione del sito di riferimento.

I numeri delle macchinette mangiasoldi e del gioco d’azzardo legale sono legati anche alle perdite da parte dei giocatori: in questo senso l’Italia occupa il nono posto al mondo per perdite. Tanto interesse economica porta da una parte vere e proprie patologie – ludopatie – e al rischio di tracolli economici famigliari; dall’altra l’interesse delle criminalità organizzate è sempre più alto. Il rapporto della Direzione Investigativa Antimafia degli ultimi due semestri 2016, presentata al Parlamento, pone l’accento su quanto “permane l’interesse della criminalità verso il gioco d’azzardo, le scommesse e i videogiochi”.

Nella conferenza Stato-regioni sul riordino dei giochi d’azzardo si è raggiunto l’accordo che nei prossimi 3 anni verranno dimezzati i punti gioco, mentre vengono lasciate in mano ai sindaci le decisioni relative alle fasce orarie o alle distanze da tenere da scuole e zone di aggregazione giovanile per i luoghi di gioco.

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Vendita auto: internet nuova frontiera?

di SKA su Notizie Commentate il 21 Settembre 2017, 22:59

Che internet abbia cambiato le carte per molti settori economici è sotto gli occhi di tutti: su internet facciamo transazioni, acquistiamo voli e prenotiamo alberghi, condividiamo momenti importanti della nostra vita, cerchiamo l’appartamento ideale o – perché no – facciamo perfino la spesa. Alcune pratiche però vengono dimenticate, e molti non sanno che su internet si può perfino vendere la propria auto.

Gli italiani sono un popolo di automobilisti, questo è chiaro. I dati del primo semestre 2017 del Ministero dei Trasporti mostrano vendite di circa l’8% superiori rispetto allo stesso periodo del 2016 – anno in cui si sono conclusi gli incentivi statali alle vendite e che già si era chiuso positivamente. La crescita però interessa anche il mercato dell’usato. Sempre più spesso gli italiani aggiornano il loro parco macchine rivolgendosi al mercato delle auto di seconda mano. Come mai? Anche in questo caso entrano in gioco le nuove tecnologie disponibili.

Il mezzo più conosciuto per rivendere la proprio auto usata è eBay Cars: grazie alla crescente specializzazione, il sito di aste offre tantissimi servizi, tra cui la compravendita di auto online. E anche qui il processo è facilissimo. Basta inserire il tipo di modello desiderato, il codice postale di riferimento e alcune informazioni aggiuntive per trovare subito gli annunci di auto usate nelle vicinanze. Una volta trovata l’auto che si vuole comprare, basterà contattare il venditore e fargli un’offerta; oppure si può decidere di acquistare l’auto senza contrattazioni al prezzo suggerito dal venditore, con eBay sempre a supervisionare la transazione.

Però a volte occorre rivendere la propria macchina, e non tutti vogliono rivolgersi ad un servizio di aste, né dedicare il proprio tempo ad acquirenti che si tirano indietro all’ultimo minuto. Tra i nuovi siti dove è possibile comprare auto usate c’è Noicompriamoauto.it, grazie a cui rivendere la propria auto è più facile del previsto. Basta inserire alcune informazioni nello strumento di valutazione in cima alla pagina per ricevere una prima stima del proprio mezzo. Ma il vero valore sarà determinato dalla perizia dal vivo, con cui un esperto analizzerà lo stato delle componenti e farà un’offerta. La stima è gratuita e l’offerta non vincolante: si può sempre decidere se accettare o meno.

E per chi vuole semplicemente piazzare un annuncio? C’è la classica contrattazione tra privati, su cui avanza qualche scetticismo. Internet è pieno di sezioni di annunci e forum dove i proprietari di una macchina possono piazzare la loro offerta liberamente. Quello che si guadagna in libertà si perde però in sicurezza: non è raro incappare in frodi o vendite deludenti, per non parlare delle auto di dubbia origine. Proprio per questo è sempre bene rivolgersi a canali dietro cui ci sono aziende dalla provenienza ben chiara. Inoltre, molte piattaforme online come quelle appena citate si occupano anche del disbrigo della burocrazia, rendendo la vendita facile come ci si aspetterebbe dalle nuove tecnologie.

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Andare in Canada: tutto quello che devi sapere

di SKA su ControInformazione il 29 Agosto 2017, 13:58

Nei mesi passati ho preso in considerazione varie volte l’ipotesi di andare via dall’Italia, soprattutto a seguito di alcune allettanti proposte di lavoro – al quale mi ero candidato – provenienti sia dall’Europa che da oltreoceano. Per muoversi in Europa non ci sono più particolari problemi o burocrazie di sorta al quale attenersi (salvo casi specifici, tipo la Gran Bretagna), mentre per quanto riguarda le mete oltreoceano più interessanti lavorativamente parlando – Canada e Stati Uniti – le cose si fanno un filo più complicate, ma neanche troppo.

Avendo instaurato una lunga conversazione via mail e skype con un’azienda canadese, mi ero preparato una lunga serie di appunti in forma di lista su tutto quel che c’è da fare e da sapere per andare a vivere nel paese nordamericano. Poi il trasferimento non si è più fatto, ma gli appunti e le informazioni recuperate credo possano ancora essere utili per i lettori. Andare in Canada resta ancora un sogno, che prima o poi potrebbe avverarsi.

Partirei da alcuni dati recenti come premessa: il Country RepTrak 2017, è un indice che misura la reputazione globale dei 55 Paesi con il Prodotto interno lordo più alto. Ed in questa classifica il Canada risulta il paese con la migliore reputazione al mondo, dopo arrivano Svezia e Svizzera. Ovviamente l’Italia è fuori dalla top10. Il Canada si colloca poi al 6° posto nel mondo per indice di sviluppo umano, in cui si prendono in considerazione l’alfabetizzazione, le libertà civili ed economiche ed ovviamente la qualità della vita. Lonely Planet segnala il paese delle foglie d’acero come prima meta consigliata per il 2017.

L’indice di disoccupazione si aggira attorno al 7%, mentre in Italia siamo attorno al 12% (che sale al 40% se consideriamo la fascia di età più giovane fino ai 30 anni), è inevitabile quindi che il Canada sia considerarsi meta di attrazione sia per chi è in cerca di opportunità lavorative, ma anche per chi vuole godersi la pensione in un paese accogliente. Secondo i dati INPS infatti i pensionati italiani residenti in Canada sono circa 65mila.

Ora è venuta voglia anche a voi? Passiamo alle informazioni più concrete, allora. Sicuramente dovrete munirvi di un passaporto valido e documenti di identità. Nei casi in cui vi vogliate trasferire – o fare dei colloqui – per lavoro sarà necessaria la conoscenza della lingua inglese e francese, così come relativi curriculum e lettere di presentazioni in entrambe le lingue.

All’ingresso bisogna dimostrare di avere sufficiente denaro per il viaggio e di avere forti legami con il paese di origine (nel nostro caso l’Italia) che significa: famiglia e lavoro. Bisogna godere di buona salute, se viaggiate con un animale di compagnia bisogna avere tutti i certificati di vaccinazione ed è necessario dimostrare di voler tornare nel proprio paese di origine una volta terminato il viaggio (nei casi di turismo, nei casi di lavoro vedi sotto).

eTA – Autorizzazione Elettronica di Viaggio

Dal 15 marzo 2016 (prorogato poi al 30 settembre 2016) è diventato obbligatorio fare richiesta della eTA – Electronic Travel Authorization per gli stranieri che non necessitano di una visto per entrare in Canada e per i residenti negli Stati Uniti che entrano per via aerea. L’autorizzazione serve alle autorità canadesi per identificare e controllare i viaggiatori e verificare se il viaggio possa comportare rischi alla sicurezza nazionale. Per ottenere maggiori informazioni sull’eTA si può andare su https://eta-canada.it/faq/ che approfondisce la tematica in maniera dettagliata e consente di avviare la pratica di richiesta autorizzazione. Si fa online in poco tempo ed ha validità di 5 anni. Si collega elettronicamente al vostro passaporto (che ovviamente dovrà essere lo stesso con il quale viaggiate)

L’autorizzazione consente di verificare l’idoneità del passeggero che non ha bisogno di visto d’ingresso, quindi praticamente tutti i passeggeri che vogliano arrivare in Canada per via aerea. Nei casi relativi alla ricerca di lavoro invece avrete bisogno di un’autorizzazione di lavoro temporanea. Gli studenti e i lavoratori temporanei provenienti dai paesi che necessitano di un’eTA e che hanno ricevuto permessi di lavoro o di studio prima del 1° agosto 2015 e che pensano ritornare in Canada via aerea, avranno comunque bisogno di un’eTA.

Fate eTA prima di acquistare i biglietti dell’aereo.
All’arrivo troverete un ufficiale d’immigrazione che vi farà una breve intervista per accertare l’idoneità in base ai requisiti di cui sopra ed in caso positivo confermerà l’ingresso scrivendo sul passaporto il limite di tempo concesso per restare in Canada, che di solito è di 6 mesi.

Prima di pensare ad un trasferimento definitivo consiglio di prendersi del tempo per fare un bel viaggio e scoprire le bellezze del Canada, conoscere le persone e magari parlare anche con qualche ufficio. Qualora non dovesse fare al caso vostro, avrete fatto comunque un’esperienza indimenticabile.

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Perche un ricercatore universitario italiano é stato torturato e ucciso in Egitto? – The New York Times

di SKA su ControInformazione il 24 Agosto 2017, 10:25

Quel giorno di novembre 2015 l’obiettivo della polizia egiziana erano i venditori ambulanti di calze, occhiali da sole da 2 dollari e gioielli finti, raggruppati sotto i portici degli eleganti edifici secolari di Heliopolis, un sobborgo del Cairo. Blitz come questo erano di routine, ma questi venditori occupavano una zona particolarmente sensibile. A solo una novantina di metri di distanza si trova il palazzo riccamente decorato nel quale il Presidente dell’Egitto, l’autoritario leader militare Abdel Fattah el-Sisi, accoglie i dignitari stranieri. Mentre gli uomini raccoglievano in fretta le lore cose dai tappetini e dai portoni, preparandosi a fuggire, avevano tra loro un’assistente improbabile: un ricercatore universitario italiano di nome Giulio Regeni.

Giulio era arrivato al Cairo pochi mesi prima per condurre ricerche per il suo dottorato a Cambridge. Cresciuto in un piccolo paese vicino a Trieste da un padre rappresentante e da una madre insegnante, Regeni, un ventottenne di sinistra, era rimasto affascinato dallo spirito rivoluzionario della Primavera araba. Nel 2011, quando erano esplose le manifestazioni di Piazza Tahrir che condussero alla caduta del Presidente Hosni Mubarak, stava finendo il suo corso di laurea in arabo e scienze politiche all’università di Leeds. Si trovava al Cairo nel 2013, lavorando come stagista per un’agenzia delle Nazioni Unite, quando una seconda ondata di manifestazioni portarono le forze armate a cacciare il presidente egiziano recentemente eletto, l’Islamista Mohamed Morsi, e a mettere al potere al-Sisi. Come molti egiziani divenutiti ostili al governo troppo invadente di Morsi, Regeni apprezzò questo sviluppo. “Fa parte del processo rivoluzionario,” scrisse a un’amico inglese, Bernard Goyder, nella prima parte di agosto. In seguito, meno di due settimane dopo, le forze di sicurezza di al-Sisi uccisero 800 sostenitori di Morsi in un solo giorno, il peggior massacro voluto dallo stato nella storia dell’Egitto. Fu l’inizio di una lunga spirale di repressione. Regeni presto partì per l’Inghilterra, dove cominciò a lavorare per Oxford Analytica, un’azienda di analisi e ricerca.

>> Continua a leggere la traduzione italiana dell’articolo del New York Times

Sorgente: Perche un ricercatore universitario italiano é stato torturato e ucciso in Egitto? – The New York Times

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Salute e Sicurezza sul lavoro: la BS OHSAS 18001 e lo stato attuale

di SKA su ControInformazione il 16 Agosto 2017, 18:40

Nel 2008 Marco Rovelli pubblicò per BUR un saggio intitolato “Lavorare uccide”, titolo quanto mai esplicativo per un tema in quel momento caldissimo e centrale: le vittime sul lavoro. Rovelli in quel momento ed in quel contesto decise di non limitarsi soltanto ai freddi dati statistici – spesso frastagliati o poco accurati – ma decise di raccontare le storie che si trovavano alle spalle di quegli incidenti, raccogliendo testimonianze e facendosi raccontare il vissuto di chi non c’era più. Il libro raccontava una serie molto ampia di testimonianze, distribuite su tutto il territorio nazionale, ma che avevano come trait d’union un unico tema portate: le morti erano (e sono ancora) da addebitarsi alla mancanza di elementi base di sicurezza sui luoghi di lavoro.

La spinta di quell’epoca arrivò da due tragici eventi avvenuti uno alla fine del 2007 a Torino, negli stabilimenti della THYSSEN-KRUPP e a breve distanza al Truck Center di Molfetta, in una piccola azienda dove morirono sia datore che altri 5 giovani lavoratori. In quell’anno persino il MIUR decise che il tema era talmente importante tanto da portarlo sui banchi di scuola per la maturità con il titolo “Il lavoro tra sicurezza e produttività”. Venne aspramente criticato a causa di quel pruriginoso assioma che il lavoro – ossia prestare le proprie energie a fronte di una retribuzione – debba soppesarsi tra la propria sicurezza personale e quella di essere produttivi e funzionali. La costituzione recita infatti, e non a caso, “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. 

Questo diritto a ben vedere è stato e purtroppo è ancora ampiamente negato a causa di un’anomalia prettamente italiana come quella degli incidenti sul lavoro e che dal quadro rappresentato nel 2008 da Rovelli sembra non essere cambiato poi molto. A guardare le statistiche dell’Inail ad esempio possiamo scorgere che da Gennaio-Dicembre 2015 le denunce d’infortunio con esito mortale sono state 1172, mentre nel 2016 sono scese a 1.018. Una diminuzione sostanziale? Forse. Perché se andiamo invece a prendere un range temporale differente, come ad esempio da Gennaio-Giugno 2016 le morti sono 461 e nello stesso arco temporale, ma nel 2017 sono già a quota 473. E i dati vanno rivisti a dicembre 2017 per tirare le somme, ma già così le cose non sembrano andare benissimo per l’Italia sul tema.

Il 2008 però è una data importante anche a livello legislativo sul tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, è di quest’anno infatti il Decreto legislativo 81/2008 in cui viene rafforzata la necessità di adottare ed attuare modelli organizzati nella gestione della salute e della sicurezza sul lavoro.

Sul “Testo Unico della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” ci sono già i primi cenni legati al comportamento responsabile nella gestione della salute e della sicurezza, ma il vero e proprio sistema di gestione è la norma BS OHSAS 18001:07 del quale si possono leggere cenni generali su Wikipedia.

OHSAS sta per Occupational Health and Safety Assessment Series e può essere adottata da qualsiasi azienda in qualsiasi settore di attività, ha lo scopo di prevenire, monitorare e migliorare continuamente le prestazioni in materia di sicurezza sul lavoro.

Il British Standard OHSAS 18001:2007 è il principale riferimento normativo esistente sul tema ed è da considerarsi il principale strumento organizzativo che consente di gestire in “modo organico e sistematico” la sicurezza dei lavoratori “senza sconvolgere la struttura organizzativa aziendale”, puntando su una serie di requisiti molto stringenti che si possono leggere ad esempio sul sito del Gruppo Maurizi, tra i leader italiani del settore nell’implementazione della normativa nelle aziende.

Una normativa non obbligatoria, ma che se adottata consente una riduzione drastica degli incidenti, infortuni e malattie; aumento dell’efficienza; miglioramento costante dei livelli di salute dei lavoratori e non per ultimo varie agevolazioni economiche per le aziende. Soltanto con l’adozione sempre più costante della OHSAS 18001 da parte delle aziende, assieme ad una vera cultura della sicurezza che possa diffondersi nella società a partire dalle scuole, stimolando consapevolezze su diritti e doveri in primis dei lavoratori, sarà possibile abbattere quelle statistiche che fanno tremare i polsi soltanto a guardarle. Magari in un futuro, speriamo non così lontano, Rovelli scriverà un altro saggio in cui racconterà di cittadini che amano il proprio lavoro.

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Investire con pochi rischi è possibile?

di SKA su Notizie Commentate il 25 Luglio 2017, 18:07

L’evoluzione tecnologica, oltre che a regalarci innovazioni hi–tech in grado di semplificare la nostra vita, ha partorito nuove figure professionali capaci di generare guadagni dalla rete. L’investimento in Borsa esiste ormai da diversi decenni, ma fino a pochi anni fa sembrava essere un qualcosa destinato ad una cerchia di poche persone. Con l’evoluzione di internet, invece, investire in Borsa sembra essere diventata quasi una delle priorità degli italiani. Il web ha, infatti, contribuito a rendere questo strumento utilizzabile da tutti, indistintamente, facendo crescere a dismisura l’interesse degli utenti della rete per il mondo delle azioni. Con questa crescita, però, aumenta anche la necessità di capire le dinamiche degli investimenti in Borsa, e quindi la formazione diventa indispensabile. In tal senso diventa importante dare una lettura approfondita alla guida sugli investimenti sicuri per guadagnare con il minimo rischio di E-Investimenti.

Conoscere la Borsa, poi investire

Perché sì, come in ogni ambito professionale, riuscire a comprendere ciò di cui si sta parlando è il primo passo verso un corretto utilizzo dello strumento che può generare guadagni impensabili fino a qualche tempo fa. Fino a qualche decennio orsono per investire nel mercato borsistico ed accedere ai mercati azionari, era necessario rivolgersi a banche o soggetti privati che fungevano da intermediari. Le nuove generazioni di investitori, invece, possono fare tutto autonomamente tramite web e grazie a piattaforme nate appositamente per questo scopo.

L’investimento in Borsa in modalità 2.0 va studiato e capito, perché si ha a che fare con tutta una serie di strumenti assolutamente unici, non fruibili nelle modalità di investimento tradizionali. Con il trading online si possono effettuare operazioni di compravendita di azioni, ma anche acquisizione di prodotti finanziari assolutamente nuovi quali contratti per differenza e opzioni binarie. Strumenti cosiddetti derivati che devono la loro proliferazione proprio alla rete visto che la loro essenza è totalmente differente dai prodotti finanziari soliti. Se, infatti, questi ultimi vengono spesso utilizzati per investimenti nel lungo periodo, ai prodotti nati in seno al trading online si rivolgono soprattutto investitori interessati al cosiddetto short, ovvero al breve periodo. Quindi investimenti a stretto giro.

Alcuni di questi strumenti, poi, specie le opzioni binarie, hanno una incredibile facilità di utilizzo, così da diventare appetibili per gli utenti della rete. Spesso vengono paragonate alle scommesse, visto che tutto ciò che si deve fare è andare a effettuare una previsione sull’andamento di un asset stabilendo se questo andrà ad aumentare o diminuire il proprio prezzo nel breve periodo.

La rete offre, quindi, tante opportunità per gli amanti degli investimenti. Ciò, però, non è sinonimo di guadagno sicuro. Perché, come in ogni aspetto, il trading online presenta i suoi rischi. Innanzitutto bisogna stare attenti alle truffe online. Vero è che le autorità si sono organizzate per tutelare gli utenti del web e metterli al riparo dalle truffe, ma è anche vero che esistono diverse piattaforme che lucrano sull’inesperienza degli investitori e li truffano. Il consiglio è di rifarsi alle piattaforme di trading online più conosciute e col marchio CONSOB.

Altro aspetto da non sottovalutare è il rischio di perdita. Una volta depositato il proprio capitale presso un broker autorizzato bisogna evitare di sciuparlo, investendo in modo oculato. Secondo alcuni dati, circa l’80% dei traders perde tutto il proprio capitale nel giro di poco tempo. Questo accade perché i principianti sottovalutano il rischio di perdita e molto spesso lo fanno anche coloro che hanno un certo grado di esperienza. C’è da capire che l’investimento può andare bene, ma anche male. Quindi niente crisi isteriche in caso di perdite, piuttosto è importante operare una gestione sapiente e consapevole del proprio capitale. Potrebbe essere utile imparare tecniche di gestione del rischio sul capitale ed agire razionalizzando il tutto. Il trading online va pianificato in ogni dettaglio ed è quindi meglio cominciare con una serie di operazioni a basso rischio. Bisogna imporsi di non rischiare mai più del 2-5% del proprio capitale in modo da potersi risollevare in breve tempo in caso di perdita.

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WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.