Mi Scappa un Blog

di SKA su La dimanche des crabes il 29 Settembre 2004

Forse non aveva tutti i torti Indro Montanelli nel classificare questa Italia come “la più brutta di sempre” e non perchè l’abbia detto un grande giornalista come lui, ma perchè è semplicemente vero. Un giornalista preso di petto da destra a sinistra e viceversa in base alla tendenza del momento : prima additato come fascista, poi comunista, poi di nuovo fascista e traditore che strizza l’occhio alla sinistra, ed infine, non sapendo più che pesci pigliare, terzista. Ovviamente il Sig. Montanelli era al di sopra di queste aride diatribe ed accuse quantomai comiche. Se n’è andato proprio nel peggiore dei momenti storico-politici del Belpaese (non il formaggio, ma quasi) battendo i pugni contro l’incredibile governo Berlusconi. Ma se n’è andato, l’Italia perde un grande pensatore. Sospiri di sollievo s’odono dall’ala italoforzuta e surrogati vari.

Berlusconi, e con lui tutta l’allegra brigata che poi si sente solo, non è chiaramente la causa del totale disfacimento di ogni qualsiasi valore che possa essere degno di tal nome, ne è solo una consequenza. La più fetida, sicuramente tra le peggiori, ma solo una consequenza. Perfino durante il regime fascista era ancora viva e vegeta una vena culturale, addirittura qualche valore. Fittizio, di facciata sicuramente, ma perlomeno coerente.

Questa è invece l’Italia delle Televisioni, un Telepaese in balia di ciò che viene trasmesso. Un paese che ancora crede che la “vera informazione” sia quella televisiva, che usa i giornali per pulire i cruscotti, ma che allo stesso tempo permette la stampa di giornali buoni solo per quello. Con una cupola di vetro che ci soffoca oramai ci beviamo tutto e tutto ci sta bene e guai a parlare di conflitto d’interessi in riferimento a quella sorta di regime mediatico in cui un privato possiede il 45% delle televisioni di livello nazionale ed è a capo di uno Stato che possiede il 99% delle azioni proprio della Tv di Stato. Guai a dire che il rischio è grosso. Demonizzatori, strumentalizzatori, Comunisti. E tutto torna a tacere.

Però magari la televisione non fa così schifo, magari con tutta questa scelta qualcosa di buono c’è. Come no, accipicchia. Tra Grandi Fratelli, isole con pseudofamosi al seguito, talpe, calciatori schiavi del Diktat mediatico e chi più ne trova più ne metta, sembra di premere sempre lo stesso pulsante nel telecomando. Ma “questo è quello che lo spettatore medio richiede”, dicono. Ma quando mai? Portatemi qui questo Sig. Spettatore Medio che devo farci un paio di chiacchiere. A voi hanno mai chiesto se vi piacerebbe vedere uno di questi programmi di cui sopra? No, perchè ce l’hanno rifilato con lo stantuffo e tutti a bocca aperta ed occhi spalancati a pigliarsi quel che passa la ditta, senza un commento.

Purtroppo lo standard è diventato questo, la potenza mediatica va ben al di sopra di quel paio di battute che possiamo scrivere qua, l’informazione è sotto sequestro e le nostre menti pure. Questo enorme schiacciamento sulla Tv rappresenta la tragedia italiana, in nessun paese del mondo le viene data tanta importanza. Negli USA c’è il televisore acceso in tutte le case, ma fa da rumore di fondo. Da noi, no. La Tv ha assorbito tutto l’universo mediatico, ogni evento ha luogo e risalto solo se viene passato tramite di essa. La politica la si fa in Tv, ed i consensi si ottengono sempre là (democraticamente, dicono), come se sopperisse ad i vecchi comizi in piazza. Ma non ci si rende conto che la Tv è un mezzo passivante, caldo direbbe McLuhan, ossia con interazione 0. Esiste solo un input, nessun output, soltanto un recettore che è la nostra testa. In televisione c’è tutta la vita sociale italiana, dovremmo ripulire le nostre menti o rischiamo il più alto tasso di analfabetizzazione di ritorno di tutta Europa.

I cosiddetti “reality” stanno come la crosta in fondo al barile. Nonostante lo sembri veramente, di reale non c’è proprio niente. Basti pensare soltanto che dietro ci sono degli autori e dei copioni da seguire per far prendere a tutto una connotazione ben diversa. Falsa. Come in fondo è. [b]Realsificazioni[/b] si chiamano, show in cui si vuol far credere che i partecipanti parlino “realmente” dei loro problemi, vivano le emozioni che mostrano ecc… quando invece la loro partecipazione al programma è sin troppo remunerata, gli interventi concordati in anticipo o dosati dal conduttore. Realsificazioni sono quei programmi in cui si sta delle ore a parlare, facendo credere di ricreare una sorta di Agorà , luogo di confronto e discussione pubblica e democratica. Invece è tutto ovviamente diretto ad arte da una regia. La nuova cultura televisiva è proprio questa, una non-cultura di programmi che pretendono di far vedere comportamenti naturali farciti di niente, se non bolle di sapone. Più si dicono e si fanno idiozie, più si diventa eroi. Più si mettono in piazza i propri fatti personali, più ci sembra di volerne sapere ancora di più. Un tunnel di persone/personaggi che svende la propria immagine o la propria vita, magari anche gratis, per acquistare in popolarità . Popolarità , esibizionismo, sono questi i nuovi valori.

E si va a finire direttamente al titolo, l’abbiamo presa larga ma ci siamo arrivati. La grande Rete è a tutti gli effetti uno dei nuovi media per eccellenza perciò non poteva rimanere indietro in questa malattia da reality. Ed ecco cicciare fuori la nuova tendenza, molto cool, molto trendy, estremamente fashion, ma allo stesso tempo veramente “alternativa” che è quella del Blog. Tranquilli, non morde. Non poteva essere momento migliore questo per godersi la nascita e la continua moltiplicazione di aziende che offrono, gratuitamente o meno, il proprio servizio di Blog. Un semplice script che gestisce pagine dinamiche (Php o Asp per i più esperti) consente di inserire giornalmente i propri post. Ed ecco la grande rincorsa a scrivere cosa si è fatto, cosa si è pensato durante il giorno. Ovviamente questa risorsa nasce per tutt’altri scopi, e sicuramente più seri e validi come ad esempio contenere ed aggiornare articoli giornalistici giorno per giorno con facilità . Ma si sa, al solito un’innovazione nasce per un motivo e finisce per venire utilizzata in tutt’altra maniera. E questo diventa soltanto un altro tassello di quella “prostituzione mediatica” che sbatte in faccia a tutti la propria vita. “Inutile”, “Insensato”, “Sono solo parole al vento” si legge in questi blog eppure costoro continuano a tenerli aggiornati, a non volerne e poterne fare a meno. Devono far sapere a tutti. E splinder gioisce di quest’improvvisa moda.
Basterebbe non leggerli o cambiare canale starà dicendo qualcuno di voi.
Beh, allora fatelo.

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.