Schifani Brokers

di SKA su Notizie Commentate il 14 Maggio 2008

Mi scrive tale Sandro.
“[…]ho atteso molti giorni per vedere sul vostro sito un commento, anche ironico, sulla questione Travaglio-Fazio ma ad oggi sembra che una questione di una gravità così forte non vi tocchi. Non sarà che siete passati dall’altra parte? O magari fate spallucce in difesa di un mafioso come i nuovi alleati della destra, cioè i neo-democristiani di Veltroni? Vi divertite ad offendere il Santo Padre, ma quando c’è da tirare fuori le palle veramente vi nascondete.[…]”
(Prima e dopo premesse e convenevoli)
Rispondo a Sandro.
Tralascio la questione delle offese al Santo Padre, che al massimo possono essere chiamate “giuste osservazioni”. Così come quella sulle “parti”. Non c’è una parte da cui stare, da piccolo e spesso ingenuo commentatore l’unica parte che tento di prendere è quella di ciò che è vero, contro ciò che è falso. Che in Italia non sempre significa il giusto.

Sull’ormai tediosa questione Travaglio-Fazio-Schifani c’è ben poco da aggiungere, casomai da togliere. Bisogna scremare tutta una serie di minchiate e parole al vento che allontanano dal nodo principale e dall’unica domanda che andrebbe posta, con prove e controprove: è vero o non è vero che l’attuale Presidente del Senato Renato Schifani abbia avuto rapporti con boss ed esponenti mafiosi, tra i quali Mandalà, Benny D’Agostino e Giuseppe Lombardo?

Se è vero, Schifani dovrà risponderne facendo chiarezza sulla questione. Se non è vero, è giusto che Travaglio (ma anche Abbate e Gomez) paghino per eventuali querele.
Querele – quelle a Travaglio – tanto paventate da una miriade di agenzie, ma che nel concreto non esistono. Così come lo Schifani non ha sentito la necessità di querelare per le informazioni contenute nel libro “I Complici” dei già citati Abbate-Gomez. Il primo, peraltro, ha rogne ben più grosse di queste.
Partendo da questo bisogna presumere che Travaglio si sia limitato a citare un fatto, veramente svoltosi. Che quei fatti citati abbiano rilevanza penale e politica è ancora un altro paio di maniche, nonostante la cagnara PDL-PD voglia buttare tutto nello stesso focolare.
Non mi dilungo in ulteriori citazioni e spiegazioni, lascio un po’ di link.
Biografia di Renato Schifani tratta da “Se li conosci li eviti”
Lettera di Travaglio a Repubblica
Non Alzate quella Pietra di LaPrivataRepubblica
Il bravo giornalista chiede permesso su Xantology

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4 Commenti a “Schifani Brokers”

  1. Commenti SKA → http://www.terzoocchio.org/

    Il bello è che chi parla di contraddittorio non sa neanche cosa sia. Se per ogni opinione, ma soprattutto per ogni fatto di cronaca, ci servisse il contraddittorio non avrebbe motivo d’esistere il giornalismo.
    Non è che se scrivo dell’arresto del camorrista Bidognetti debbo andare a chiedergli: scusi, crede sia giusto?

  2. Commenti scud27 → http://translation.splinder.com/

    Geniale.

    Posso fare qualsiasi porcata perché senza un contraddittorio nessuno ne può discutere.

    E trovo anche un congruo numero di persone che, pur di difendere l’indifendibile, supportano la teoria.

    Non male, davvero.

    Si può scendere, per favore?

  3. Commenti Fiaschi → http://www.fiaschi.org

    Andando oltre: anche la spada di Damocle della denuncia per diffamazione rischia (?) di diventare un bavaglio – posto anche che chi fa l’affermazione “scomoda” riesca a dimostrare di aver ragione (e buona fortuna vista la nostra giustizia costosa e influenzabile), nel frattempo sarà costretto a passare attraverso le forche caudine della difesa (=spesa) legale, della contro-diffamazione mediatica, il tutto col peso di un eventuale futuro risarcimento spropositato (20 milioni di euro??) …

    morale: chi può permettersi un buon avvocato può sparare cazzate, gli altri stiano attenti a cosa dicono…

    mz

  4. Commenti Anonimo

    sto pensando di fare un paginone di satira settimanale da scaricare.

    se vuoi partecipare con un tuo pezzo settimanale

    l’idea e di partire fra due settimane ora recluto lo staff ahah
    che ne dici.

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.